Pagliacciata Cgil, in piazza anche i “nostalgici” del regime sanguinario sovietico con la bandiera dell’Urss

Per Maurizio Landini era “la piazza di tutti”. Per Massimo D’Alema, che l’ha buttata direttamente in polemica politica, gli assenti “hanno perso una bella occasione”. Si sta parlando del corteo di ieri, sabato 16 ottobre, a Roma, la manifestazione di solidarietà alla Cgil e “contro ogni fascismo” organizzata dopo gli scontri del weekend precedente e dopo l’assalto alla sede del sindacato. Eppure, quella piazza, “di tutti”, non è affatto sembrata.

E non solo per chi sfilava, ossia tutti tranne le forze di centrodestra, Forza Italia compresa. Ma anche per “come” si sfilava: la colonna sonora, incessante e invariabile, era Bella Ciao. E ancora una volta, non è tutto. Già, perché una plastica dimostrazione relativa al fatto che quella piazza non fosse di tutti arriva direttamente da Giorgia Meloni, che sui suoi profili social rilancia quanto segue.

Una foto di una bandiera dell’Urss, rossa e con falce e martello, che dominava nella piazza. Insomma, il simbolo di uno dei regimi più violenti, totalitari e omicidi che la storia dell’uomo conosca. Alla faccia della manifestazione “apartitica” e della piazza di tutti. A corredo della foto rilanciata su Instagram, la Meloni ha scritto: “Nella manifestazione contro tutti i fascismi e gli estremismi sventola la bandiera dell’Unione Sovietica, ovvero uno dei regimi più sanguinari della storia dell’umanità. Alè”. Niente da aggiungere.

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