La delirante proposta dell’Ue: Regioni Rosse in base al numero di Vaccinati, non più in base ai Contagi

Di Ilaria Paoletti – Roma 8 ott – Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) starebbe considerando di modificare i parametri in base ai quali elabora ogni settimana la mappa della situazione epidemiologica delle regioni Ue e quindi le zone rosse: non più in base ai contagi, ma in base al numero di vaccinati.

L’idea Ecdc per le zone rosse

La mappa ideata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) divide le diverse aree dell’Unione in 4 colori: verde, giallo, rosso e rosso scuro. La base è semplice: i parametri si rifanno al rapporto tra contagi da Covid-19 e la popolazione. Secondo Euractiv, ora l’agenzia europea per la salute ha avanzato una proposta su alcune modifiche alle regole che governano la gestione dell’emergenza Covid-19 ai margini di un incontro tra esperti che si erano riuniti per definire delle linee guida in base alle quali allentare progressivamente le restrizioni sui viaggi intra-europei.

La nuova proposta Ue

Il criterio cardine cambia: le regole ora vengono modulate in base al tasso di vaccinazione. Più alta è la percentuale di vaccinati sulla popolazione in una determinata zona, tanto più semplice sarà spostarsi da e verso quell’area. Secondo il monitoraggio delle inoculazioni nell’Ue dell’ente oltre il 74 per cento degli europei è completamente immunizzato, mentre l’80 per cento ha ricevuto almeno una dose.

Zone rosse, cambiano i parametri

Per ora il sistema di classificazione delle regioni Ue si basa su un parametro diverso: la percentuale di contagi sulla popolazione. Sulla base di questa, l’Ecdc ci ha abituati alle cosiddette “cartine semaforo” dell’Europa, con le regioni colorate in verde, giallo o arancione/rosso a seconda del numero di casi ogni 100mila abitanti.

La disomogeneità dei metodi di testing nei vari Paesi, tuttavia, renderebbero più complesse le comparazioni statistiche. D’altro canto, visto che ad alti tassi di vaccinazione corrispondono percentuali molto basse di ospedalizzazioni, c’è la necessità di considerare l’oggettiva scarsa pericolosità delle aree capillarmente immunizzate al momento di valutare restrizioni agli spostamenti. Sul cambiamento però l’Ecdc non ha ancora preso una decisione definitiva.

Un incoraggiamento alla vaccinazione?

Che si tratti di un modo, seppur indiretto, per spronare gli Stati membri ad accelerare con la campagna vaccinale è fuori di dubbio, anche se l’Ecdc ha un ruolo puramente consultivo e qualunque decisione in tal merito spetta alla Commissione.

Ma è chiaro che il divario tra i Paesi Ue in termini di immunizzazione, specialmente lungo l’asse est-ovest, preoccupa molti a Bruxelles. Se in Portogallo sono vaccinati nove cittadini su dieci, la percentuale crolla verticalmente in Paesi come la Bulgaria e la Romania, dove si attesta al 24 e 35 per cento rispettivamente.

Ilaria Paoletti

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