“Giugulare recisa”, in fin di vita il bimbo di 6 anni accoltellato da un somalo. L’africano ha chiesto asilo in Italia

Un bimbo di soli 6 anni è in fin di vita dopo che un somalo, arrivato in Europa nel 2015, gli ha reciso la giugulare durante la fuga. L’accoltellatore, 26 anni, fuggito dal suo Paese d’origine, la Somalia, prima di arrivare in Italia era stato in altri Paesi poi, una volta entrato nel nostro, ha fatto domanda per chiedere lo status di rifugiato. Una violenza inaudita scattata per un motivo banale: il somalo si trovava a bordo del bus della linea 11 di Rimini quando due controllori donne, gli hanno chiesto di vedere il biglietto.

Aveva fatto richiesta all’Italia, era recidivo

L’uomo, che non lo aveva, ha estratto un coltello dallo zaino e ha colpito al collo la prima addetta, per poi avventarsi sulla spalla della seconda. Ha poi intimato al conducente del bus di fermare il mezzo e di aprire le porte e si è dato alla fuga, durante la quale ha accoltellato altre tre persone prima di essere fermato dalle forze dell’ordine. Tra i feriti anche un bambino al quale il somalo ha reciso di netto la giugulare, che si trova ora in fin di vita all’ospedale Infermi.

Il piccolo è figlio di una coppia originaria del Bangladesh e domani mattina avrebbe iniziato il suo primo giorno di scuola. Si attendono adesso delle risposte dalle perquisizioni effettuate nella casa del giovane africano. Per il momento di lui si sa che da qualche mese aveva chiesto lo status di rifugiato e che attualmente era ospite di una struttura della Croce rossa della Riviera Romagnola. Chi ha avuto a che fare con lui lo ha descritto come un soggetto aggressivo e a tratti violento

Il somalo fermato era recidivo infatti, l’assessore comunale di Rimini Jamil Sadegholvaad ha reso noto che verrà chiesto conto “del perchè l’aggressore, residente in un comune vicino, potesse circolare nonostante lo status particolare e, pare, episodi aggressivi che lo avevano già visto protagonista”. L’assessore ha inoltre aggiunto che l’amministrazione comunale sarà vicina alle persone aggredite e alle loro famiglie.

Il bimbo è in fin di vita

Secondo quanto rivelato da alcuni testimoni, il somalo non sembrava ieri sotto l’effetto di droghe o alcol, ma non viene comunque escluso che si trovasse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, solo gli esami ematici potranno dare delle risposte certe. Gli investigatori infatti, sulla base della sua reazione alla richiesta di esibire il biglietto, non escludono che fosse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Il somalo si trova ora in stato di fermo e sulle ragioni del suo folle gesto stanno indagando gli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero Davide Ercolani. Secondo quanto si apprende da fonti investigative qualificate sarebbe stata esclusa la pista terroristica, in quanto il 26enne non avrebbe precedenti specifici e non sarebbe riconducibile ad ambienti estremisti. Il somalo aveva comunque in passato mostrato un carattere violento e aggressivo, e a farne le spese sono state ieri cinque persone, tra le quali il bimbo che sta lottando tra la vita e la morte.

In una nota, Start Romagna ha precisato che “le immagini del circuito di sicurezza saranno rese disponibili alle forze dell’ordine per verificare quanto accaduto e perseguire chi s’è reso protagonista di un gesto di tale violenza”. L’azienda italiana che gestisce i servizi di trasporto pubblico in Romagna ha quindi aggiunto che “l’aggressione avvenuta verso due dipendenti della ditta Holacheck che fornisce il servizio di controlleria sui bus di tutta la Romagna è un fatto gravissimo e senza precedenti. Il presidente di Start Romagna Roberto Sacchetti esprime a nome della società la solidarietà alle persone coinvolte augurando una rapida guarigione. Un ringraziamento alle forze dell’ordine che hanno agito in maniera tempestiva procedendo all’arresto dell’aggressore”.

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