Ira di Musumeci contro Lamorgese: “Sicilia sotto assedio. I migranti positivi eludono i controlli e fuggono via”

Di Rispetto allo scorso anno il numero degli sbarchi di migranti sulle coste della Sicilia sono più che raddoppiati e, complice l’estate e il mare favorevole, in questo periodo non accennano minimamente a fermarsi.

Impietoso il confronto tra Salvini e Lamorgese come ministri dell’Interno. Nonostante la seconda affermi che non c’è modo di fermare gli sbarchi, dall’1 gennaio 2019 al 10 agosto 2019, quando il leader della Lega era al Viminale, il numero di clandestini giunti sulle nostre coste è stato di 4.120. Nulla confronto ai 31.853 (+673%) di quest’anno.

Eppure, stando a ciò che dice Lamorgese, con tutta la pandemia e le misure restrittive nel Paese non c’è modo di frenare niente. Guardando i dati però sorge il dubbio che forse più che non si possono, non si vogliono bloccare. Solamente l’11 agosto a Lampedusa sono arrivati altri 135 migranti. Senza dimenticare gli oltre 800 portati in Italia dalla Ocean Viking di cui almeno 28 positivi al Covid.

In realtà, stando a quanto dichiara Nello Musumeci, presidente della Regione Sicilia, in un’intervista su Libero, questi 28 non sono altro che la punta dell’iceberg. Sono centinaia i migranti risultati positivi dopo gli accertamenti. Quando un migrante contagiato riesce ad eludere i controlli e scappa via diventa, com’è ovvio, un elemento di preoccupazione per tutti“.

Proprio per questo motivo sono giorni che chiede al premier Mario Draghi che la sua regione venga dichiarata in “stato di emergenza” altrimenti si rischia un serio problema sanitario. La Sicilia sta vivendo nelle ultime settimane un periodo molto difficile oltre che per gli sbarchi anche per la piaga degli incendi e la notevole crescita dei contagi che fanno rischiare la zona gialla. Il tema dei migranti, dunque, assume in questo quadro una piega ancora più drammatica e allarmante data la coincidenza con la pandemia.

Eppure, per il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese la situazione non è così grave come sembra. “A differenza del ministro, continuo a ritenere necessaria la dichiarazione dello “stato di emergenza” perché la condizione è questa. Non per una mia suggestione – dichiara sempre Musumeci – ma per il numero complessivo dei migranti sbarcati, per la condizione sanitaria determinata dal Covid19, per la gestione pre e post quarantena degli arrivi, per l’impatto che esercita sul tessuto socioeconomico“.

Musumeci, in aggiunta, chiarisce che dichiarare lo stato di emergenza “non è una richiesta ideologia o improntata a uno scontro tra Stato e Regione” ma significa semplicemente prendere atto della catastrofica situazione in cui si trova al momento la Sicilia e soprattutto esprime un segnale forte nei confronti dell’Unione Europea. “Quanta ipocrisia. Lasciare solo all’Italia il peso di un dramma umano di colossali dimensioni dovrebbe far inorridire i benpensanti e i politici buonisti che predicano solidarietà sotto ai riflettori. Bisogna mandare un segnale forte – spiega Musumeci –a quel sistema di istituzioni comunitarie che non riesce e non vuole affrontare in modo compatto e autorevole il rapporto con il Sud del mondo. Fingendo di non capire che di quel Sud la Sicilia è la porta“.

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