Monza: forti dolori, mano paralizzata e macchie di sangue dopo AstraZeneca. Masochista: “Lo rifarei, è importante”

Da MonzaTodayPrima i crampi, alle gambe e alle braccia. Poi forti dolori muscolari e un bruciore insolito fino alla comparsa delle macchie a una settimana di distanza dalla seconda dose del vaccino anti-covid. “Inizialmente non avevo nessun sintomo: mi sono sottoposto alla vaccinazione venerdì 11 giugno e la sera stessa ho lavorato fino alla notte poi domenica ho iniziato ad avere i crampi tanto da non riuscire a lavorare il lunedì”. E Luca Villa, 58 anni, coordinatore e storico volontario dell’Associazione Monza Soccorso, ha subito ipotizzato che potesse esserci un legame con la somministrazione del siero anti-covid: “Non ho mai sofferto di patologie, prendo solamente una pastiglietta per la pressione”.

La prima dose gli era stata somministrata a marzo, quando la campagna vaccinale ancora non procedeva per fasce d’eta ma per categorie in quanto volontario di protezione civile. Poi l’11 giugno la seconda dose, proprio alla vigilia della decisione di sospendere Astrazeneca per gli under 60.

I crampi, i dolori e le macchie sul corpo

“Avevo dolore, dolore, dolore” spiega Villa “ma non ho preso nulla: non avevo febbre”. Poi i sintomi sembravano essere scomparsi e per tre giorni non ha più accusato male. Sabato invece, a una settimana di distanza dall’iniezione, la situazione è precipitata. “Ero a Piacenza con altri volontari per raggiungere la caserma dei carri armati e ho iniziato ad accusare bruciore alle gambe e il ritorno dei crampi ma eravamo in divisa, avevo gli anfibi e ho pensato potesse essere quello” racconta. “La sera poi però mi sono accorto che non riuscivo a muovere la mano sinistra e accusavo un fortissimo bruciore: non riuscivo nemmeno a svitare il tappo di una bottiglia”.

“Farsi vaccinare è importantissimo”

Ma nonostante tutto il vaccino lo rifarebbe. “Se avessi saputo quello che mi sarebbe capitato lo avrei fatto comunque, magari avrei cambiato farmaco ma ritengo che sia importantissimo: è l’unico sistema che abbiamo per combattere questo virus. Io ho visto quello che c’è nei reparti covid e ben venga quello che ho io: ho solo bruciore, sarò brutto da vedere ma bisogna vaccinarsi”.

“Sarà lunga uscirne ma tutto questo non mi impedirà di continuare a vivere al 100%: stare con i miei nipotini, lavorare, fare Volontariato, divertirmi con i miei amici, andare al mare” spiega Villa. E a chi è scettico e pensa di non voler ricevere il siero anti-covid il 58enne che nei reparti covid ci è passato – per portare un cellulare o oggetti personali ai malati e l’inferno del covid lo ha visto da vicino – dà un consiglio sincero: “E’ importante che nessuno si faccia condizionare da quanto mi sta accadendo e pensi di non farsi vaccinare. Io sono stato un po’ sfigato ma farsi vaccinare è importantissimo”.

Ora ha davanti a sé sei o sette mesi di terapia con alti dosaggi di cortisone e altri farmaci che gradualmente andranno a diminuire. E un quadro clinico da tenere attentamente monitorato con risonanze magnetiche ed accertamenti per escludere che l’infiammazione possa raggiungere reni o polmoni. Ma nonostante lo spavento non ha perso il sorriso. “Spero che le macchie non arrivino anche sul volto” – scherza – “in caso contrario dovrò imparare a mettermi il fondotinta”.

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