Ong, anche Di Pietro lo ammette: “Matteo Salvini è innocente, gli altri ministri si sono lavati le mani”

Di – Anche sui politici c’è troppa pressione giudiziaria? A questa domanda Antonio Di Pietro ha risposto senza girarci attorno: “Ma certo“. E nello stesso contesto ha difeso la posizione di Matteo Salvini, pur non condividendone i provvedimenti adottati in materia di immigrazione: “Per me è innocente. Cioè: non condivido quello che ha fatto. Ma era ministro di un governo che sapeva benissimo quello che stava facendo Salvini“. L’ex magistrato infatti si domanda cosa facessero gli altri nel corso del Consiglio dei ministri, riservando parole al veleno nei confronti di tutti coloro che prima hanno fatto parte del governo gialloverde e poi sono tornati nell’ombra per l’imbarazzo: “Stavano a guardare? Si lavavano le mani come Ponzio Pilato? Forse sì, si sono lavati le mani come Ponzio Pilato. Ma Ponzio Pilato è colpevole della morte di Cristo! E allora dovrebbero essere processati tutti. Non Salvini solo“.

I magistrati e il vaccino

L’Associazione nazionale magistrati è sul piede di guerra in tema di vaccini: in una nota diramata si invitano i dirigenti degli uffici giudiziari “ad adottare, a tutela della salute, energiche misure organizzative al fine di rallentare immediatamente tutte le attività dei rispettivi uffici, senza escludere, nei casi più estremi, anche la sospensione dell’attività giudiziaria non urgente“. Una presa di posizione che non trova affatto d’accordo Di Pietro, che ha sottolineato come in un’aula di giustizia durante le udienze di un processo vi siano i magistrati, gli avvocati, gli imputati, i testimoni, i cancellieri e gli uscieri: “E un cartello con scritto: la legge è uguale per tutti. E allora, perché soltanto i magistrati dovrebbero essere vaccinati in via prioritaria?“. A suo giudizio però non si tratta di una scelta sbagliata o di un errore commesso, ma addirittura lo giudica un vero e proprio abuso: “Perché i magistrati conoscono, devono conoscere la legge. E sanno, devono sapere che la legge non concede loro alcuna priorità rispetto agli altri cittadini“. Anzi, denuncia anche un velo di “ricatto” quando si dice che la loro è una professione senza la quale non si può andare avanti: “Sanno che c’è bisogno del loro lavoro e minacciano: se non ci vaccinate per primi, blocchiamo la giustizia“.

“Magistratura come casta”

Nell’intervista rilasciata a Il Giorno, Di Pietro ha ribadito che alcuni suoi ex colleghi – con iniziative come quella del vaccino – compromettono e danneggiano ulteriormente l’immagine della magistratura: “La magistratura viene vista come una casta. Una professione necessaria al Paese che sfrutta il proprio ruolo per raggiungere un fine, un privilegio“. Per l’ex pm di Mani pulite è cambiato molto dai tempi di Tangentopoli, dopo il quale si è verificata una degenerazione del sistema inquirente che – stando al suo pensiero – coinvolge una parte della magistratura e che ha un’aggravante: “Chi degenera è in buona fede, cioè non sa e non capisce quanto sta sbagliando“.

A suoi tempi se si trovava un reato si cercava il colpevole; adesso invece spesso accade che “prima si cerca il colpevole” e solamente dopo “ci si dà da fare per trovare un reato da contestargli“. In sostanza si è passati “dal magistrato becchino al magistrato poliziotto“. Rimanendo sempre sul parallelismo, Di Pietro trovava il morto e poi cercava l’assassino, mentre ora “trovano l’assassino e poi cercano un morto“.

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