Elon Musk compra Twitter e Severgnini già piange !

 


Per i «sinceri democratici», ormai è notorio, la libertà di parola può essere molto pericolosa. Sia mai che a qualche plebeo venga in mente di contraddire le «autorità morali» del Verbo politicamente corretto.

D’altronde, la ricordiamo tutti Giovanna Botteri scioccata dalla vittoria di Trump alle elezioni presidenziali del 2016. E così, di censura in censura, i paladini della democrazia-che-piace-alla-gente-che-piace pensavano di aver risolto il problema.

Ma ora, con l’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk, lo spauracchio è tornato. E in molti stanno cominciando a sudare freddo. A partire dal «sincero democratico» Beppe Severgnini.

La vicenda è sì grottesca, ma anche indicativa della realtà distopica in cui ci ritroviamo a vivere. Elon Musk, che più volte aveva criticato la deriva puritana del politicamente corretto, ha scritto a chiare lettere sui suoi profili social: «Mi auguro che anche i miei più duri critici rimangano su Twitter, perché questo è il significato di libertà d’espressione». 

Apriti cielo. Beppe Severgnini, visibilmente irritato da cotanta liberalità, dà fuoco alle polveri: «Se “free speech” però vuol dire libertà di insultare, diffamare, minacciare e mentire (in forma anonima, of course), o di sovvertire la democrazia (come ha provato a fare Trump), allora Twitter non ci interessa più, caro Elon Musk», è stato il suo grido di dolore.       

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