Messina Denaro ai Pm: "Mi avete preso per la Malattia, da Latitante andavo al Ristorante, giocavo a Poker e Scommettevo sulle Partite"!

 


Nella giornata in cui le condizioni di Messina Denaro si aggravano, è stato depositato il verbale dal quale fuoriescono importanti dichiarazioni, registrato dopo la cattura.

Due cose da mettere in chiaro: "Io non mi farò mai pentito" e "non sono un uomo d’onore. Io mi sento uomo d’onore in un altro senso…non come mafioso". 

Messina Denaro dice ai pm che gli investigatori sono riusciti a risalire a lui "solo grazie alla malattia". 

"Non voglio fare il superuomo e nemmeno l'arrogante ma è così", rivelando il suo totale senso libero nel periodo della latitante: "Andavo al ristorante e giocavo a poker. Scommettevo anche sulle partite tramite un app".

Il boss ai pm Maurizio De Lucia e all'aggiunto Paolo Guido spiega inoltre, di non aver ucciso lui il piccolo Giuseppe Di Matteo, ma dà la colpa a Giovanni Brusca: "Non sono un santo, ma non sono stato io". Sono oltre 70 le pagine di interrogatorio, depositato dalla Procura di Palermo nel procedimento al medico Alfonso Tumbarello accusato di averlo curato. Messina Denaro viene sentito per la prima volta dopo la cattura andata in scena alla Maddalena di Palermo.

"E lei non ha mai avuto a che fare Cosa nostra?".

"Non lo so magari ci facevo affari e non sapevo che era Cosa nostra". 

"Quali reati ha commesso?".

"Non quelli di cui mi accusano: stragi e omicidi. Non c'entro nella maniera più assoluta. Poi mi possono accusare di qualsiasi cosa, io che ci posso fare".

Il boss come visto è sicuro di se e quando gli si fa l'accenno di Di Matteo spiega: "Una cosa fatemela dire. Forse è la cosa a cui tengo di più. Io non sono un santo...ma con l'omicidio del bambino non c'entro"...Continua su Articolo Originale...

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