Anche Francia e Portogallo ora frenano sull'invio Armi a Kiev: “Dobbiamo conservare Scorte per la Difesa Nazionale”!

 


Stoltenberg, con un orizzonte più lungo, ha ribadito che una spesa del 2 per cento del Pil a favore delle spese per la Difesa per i paesi Nato devono essere “il punto di partenza, non di arrivo”. E questo, per molti alleati, tra cui la stessa Italia, significa uno sforzo considerevole.

Una cosa sono le parole e un’altra cosa le consegne. La ministra della Difesa del Portogallo Helena Carreiras, a margine del vertice della Nato a Bruxelles, ha spiegato a lettere abbastanza chiare che gli appelli di Stoltenberg sono arrivati ai mittenti, ma dall’altra parte “è impossibile, per il Portogallo, inviare altre armi all’Ucraina”.

Carreiras sottolinea che il punto è rimanere in equilibrio tra gli aiuti all’Ucraina “e la conservazione della nostra capacità di difesa“.

E problemi del genere mettono in crisi non solo i piccoli Paesi, ma anche chi ha la leadership – conquistata sul campo – dell’Unione europea. E’ Le Figaro, un giornale conservatore, a scrivere che le forze armate della Francia stanno affrontando una carenza di munizioni.

“Le nostre forze di terra si stanno confrontando con una carenza di munizioni da 155 mm, usate negli obici e nei cannoni di artiglieria”, afferma il deputato francese Julien Rancoule (della destra del Rassemblement National) che ha compilato un rapporto sulle riserve di munizioni del Paese. “Le tensioni tra coloro che sono favorevoli a sostenere l’Ucraina e coloro che vogliono salvaguardare le scorte per motivi di difesa nazionale potrebbero crescere”, sottolinea Rancoule...Continua su Articolo Originale...

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