I Pescatori Italiani si fermano: Gasolio alle stelle e limiti alla Pesca fermano il Settore. Aziende affondano, ma c’è sempre tempo per manganellarli !

 

La flotta da pesca italiana resta in porto e smette di lavorare, stretta fra un gasolio carissimo, limiti alla pesca e normative del lavoro assurde. 

“Da questa mattina le marinerie siciliane di Portopalo, Siracusa, Marzamemi, Scoglitti, della provincia di Messina, Cefalù, Sciacca, sono tutte ferme per il caro gasolio. Anche una parte di quella di Catania ha già aderito ed un’altra parte lo farà a breve.

Non si possono più sostenere le spese”. questo diceva ieri  Fabio Micalizzi, presidente della Federazione armatori Sicilia.Il gasolio – aggiunge – è arrivato ad un euro e venti e chiediamo al governo centrale che venga messo un tetto massimo al prezzo del carburante oltre il quale non si deve andare, sennò vi è una speculazione enorme”.

Anche la Liguria si ferma, mentre l’Adriatico si è già fermato da diversi giorni. I motivi sono ovvi.

  • il prezzo del gasolio che ha raggiunto 1,2 euro al litro contro i 39 centesimi dello scorso anno;
  • vincoli alla pesca molto restrittivi, molto più di quello che accade in Nord Africa o in Croazia, spiazzando i nostri produttori;
  • l’assenza di una cassa integrazione specifica per il settore che permetta di assorbire i giorni di mancata uscita in mare.

Tutto questo rende la pesca italiana non più competitiva non solo con le grandi navi oceaniche, ma perfino con gli altri paesi rivieraschi del Mediterraneo. A questo punto le navi restano in porto e il pesce viene solo importato...Continua su Articolo Originale...

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