L'Ucraina non e' soltanto un granaio dell'Europa, ma anche una fabbrica di neonati su prenotazione a pagamento. Questa piccola, indifesa e pregiata merce umana viene trafficata anche con la guerra. Vero Zelenski? Armi in cambio di bimbi appena nati ordinati dagli acquirenti su commissione?
E in Italia c'e' pure quache foglietto come Donna Moderna, che incoraggia il fenomeno. Accade oggi e succedeva pure ieri. Proprio in Ucraina, per esempio, presso la hall dell'hotel "Venezia" di Kiev, nel 2019, poco prima che scoppiasse la pseudo pandemia virale, erano ospitati 46 neonati, partoriti in Ucraina mediante la pratica dell'utero in affitto.
Infatti, allora, con il blocco delle frontiere dovuto al nuovo coronavirus, i "committenti", di nazionalità diverse e anche italiana, non sarebbero potuti andare a prenderli e i pargoli, allora furono "parcheggiati", alla stregua di merce giacente, come testimoniato dalle immagini pubblicate dalla Biotexcom, la società che si occupa della gestione dei rapporti tra chi paga e le madri surrogate.
La società avrebbe invitato i genitori "acquirenti" a rivolgersi ai propri ministri degli esteri, perché intercedessero presso il Governo ucraino, in modo da ottenere un permesso per arrivare a Kiev, nonostante le attuali normative sugli spostamenti.
L'utero in affitto nell'ordinamento italiano è un reato, ai sensi dell'articolo 12, comma 6, della legge numero 40 del 2004, eppure tale pratica, anche ora, con la guerra in Ucraina, prosegue indisturbata, con l'avallo delle autorita' di Kiev e il silenzio di quelle italiane...
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