Verbania, 52enne muore un’ora dopo la dose Pfizer: “Non c’è correlazione”. La sorella “masochista”: “Vaccinatevi”

Di Andrea Pirali non è morto a causa del vaccino. La procura di Verbania ha chiesto l’archiviazione per il caso avvenuto il 30 maggio scorso. La perizia consegnata in procura dalla dottoressa Chen Yao, responsabile della medicina legale di Pavia, che ha eseguito l’autopsia esclude ogni correlazione con il vaccino che gli era stato inoculato quel pomeriggio al Pala Green di Arona.

L’uomo, 52 anni, residente ad Arona si era sottoposto alla prima dose di vaccino quel pomeriggio, poco prima delle 15. Era tornato a casa e intorno alle 16 si era sentito male mentre si trovava in bagno nella sua abitazione. Era stato soccorso dalla madre. Era morto pochi minuti dopo l’arrivo dell’ambulanza del 118 chiamata per salvarlo.

Secondo quanto emerso dall’autopsia è “esclusa ogni correlazione  con la somministrazione della prima dose di Pfizer somministratagli – si legge nella perizia – Si esclude la presenza di reazioni anafilattiche”, precisa il medico legale che riconduce la morte a “un arresto cardiorespiratorio per cause naturali”.

Di fronte a queste conclusioni la procura ha chiesto l’archiviazione per l’inchiesta aperta per chiarire l’accaduto. “Il vaccino è l’unica strada soprattutto in questo momento e questo referto lo conferma”, ribadisce la sorella dell’uomo, Barbara Pirali, che da subito si era espressa con cautela sull’ipotesi di un collegamento tra la morte del fratello e la somministrazione della prima dose. “Gli accertamenti erano doverosi ed è bene che siano stati fatti ma il risultato non lascia dubbi. Mio fratello non è morto per il vaccino”.

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