Scozia, il Flop del Green Pass valido per Locali notturni e Concerti

 

Scozia – Continuano a raccontarci, mentendo, che il Green pass sia l’unico strumento possibile per far fronte alla pandemia e che in tutti gli Stati ci sono regole simili.

Falsi, falsissimi. Anzi: i pochi Paesi che si sono mossi in maniera simile all’Italia si sono trovati a fare i conti con forti tensioni e problemi a non finire. Come ad esempio la Scozia, che pure ha adottato uno schema molto meno rigido di quello italiano. E dove però i guai, non appena il certificato virtuale è stato introdotto, non sono mancati.

Per cosa è necessario il Green Pass in Scozia

Al contrario del nostro Paese, dove il pass è diventato ormai obbligatorio addirittura per lavorare, in Scozia il certificato è necessario per entrare nei locali notturni, prendere parte a eventi al chiuso con oltre 500 persone e all’aperto in caso di presenza di oltre 4.000 persone.

Proprio l’obbligo di esibirlo per accedere ai luoghi di divertimento serali si è però trasformato in un boomerang per il governo, costretto a fare i conti con proteste ed episodi di forte tensione in tutto il Paese.

Prima dell’adozione dell’obbligo, ai cittadini e agli esercenti erano stati dati 17 giorni di tempo per iniziare a convivere con le nuove regole, senza controlli. Poi sono iniziate le verifiche.

Stando a quanto denunciato dallo Scottish Hospitality Group, un’associazione di categoria dei gestori di locali notturni, l’introduzione del passaporto vaccinale è stata un “disastro assoluto”: più di 550 persone si sono viste spedire indietro agli ingressi di pub e discoteche, e non sono mancate le aggressioni al personale addetto al controllo.

Diversi esercenti hanno lamentato un calo del 40% dei clienti e danni economici ingenti...Continua su Articolo Originale...


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