Napoli, autisti senza Green Pass lasciati a casa: “Non siamo appestati, così finiamo alla Caritas. Vergogna!”

Di Fabrizio GeremicaI trasporti con l’obbligo del Green pass rischiano il caso. In città sono oltre trecento i dipendenti Anm che non si sono sottoposti al vaccino. «Mi vaccinerò solo se mi metteranno una pistola in bocca». Parole di Vincenzo – «il cognome meglio di no, grazie» – «Mi vaccinerò solo se mi metteranno una pistola in bocca».

Parole di Vincenzo – «il cognome meglio di no, grazie» – autista di Anm, no vax convinto ed irremovibile. «Ieri – racconta – quando sono andato al lavoro nel deposito di via Nazionale delle Puglie nessuno mi ha chiesto il Green Pass. Sono stato io a denunciarmi all’ufficio movimento. Mi hanno mandato a casa. Oggi sono di permesso sindacale, domani di riposo e lunedì, quando riprenderò, andrò con un tampone».

Gliene occorreranno molti nei prossimi mesi per evitare di essere sospeso e di rimanere senza stipendio. «Ho fatto il calcolo – dice – una media di quattro a settimana, sedici al mese. Centonovanta euro. A me in busta paga ne arrivano 435, su uno stipendio teorico di circa 1500 euro, perché il giudice quando mi sono separato ha stabilito che ne dovessi passare 1100 alla famiglia. Pago 300 euro di affitto.

Vuol dire che andrò a mangiare alla Caritas e per questo ringrazio chi ha voluto questo provvedimento ignobile e quei sindacati che ad esso non si sono opposti, a cominciare dalla Cgil». Secondo Vincenzo ieri, primo giorno di applicazione dell’obbligo di Green Pass, Anm ha compiuto vari abusi ai danni dei lavoratori. «I controlli – riferisce – sono stati effettuati oltre che dai 35 addetti aziendali dalle guardie private della Cosmopol, ma questo non è consentito.

Per tamponare i vuoti creati dagli autisti privi di certificato verde, poi, gli interinali sono stati di fatto obbligati ad effettuare lo straordinario con orari massacranti». Incalza: «I nomi dei cinque colleghi trovati in azienda senza Green Pass mi risulta che saranno comunicati anche alla Prefettura affinché li multi. Hanno perso un giorno di lavoro e dovranno anche pagare una salata ammenda. Una cosa vergognosa» .

Non è vaccinato neanche Francesco Testa, autista della Ctp. «Ho 44 anni – racconta – e svolgo questo lavoro da quasi venti anni. Ho guidato il bus anche nella primissima fase della pandemia, quando mancavano perfino le mascherine e le misure di sicurezza erano scarse. Senza fiatare, senza protestare ho garantito un servizio essenziale. Ora mi trattano come se fossi un appestato, un untore, un egoista irresponsabile». Prosegue: «Ieri, primo giorno di obbligo di Green Pass, ho effettuato una donazione di sangue e non sono andato a lavorare per questo motivo.

Oggi sono di riposo, domani di turno. Non ho ancora deciso se andrò dopo il tampone o se, come forma di protesta, mi presenterò senza certificato verde per essere rimandato a casa. Certo è che pii dovrò sottopormi, per guadagnare ciò che mi occorre per vivere e non perdere lo stipendio di poco meno di 1500 euro mensili, a tre o quattro tamponi a settimana. Mi spaventa il costo e mi preoccupano le conseguenze ed i fastidi al naso». Perché Testa non si è vaccinato? «Non né obbligatorio ed ho ritenuto che nel mio caso specifico il rischio di una inoculazione di un farmaco approvato inizialmente in via emergenziale ed in ogni caso nuovo sia superiore al rischio di star male per il Covid.

Ho familiari stretti che lo hanno avuto e non sono morti. Qualcuno è stato abbastanza male, altri hanno avuto pochissimi sintomi, tutti e sono usciti bene. Due volte, inoltre, ho avuto contatti stretti con persone che poi sono risultate positive e non mi sono infettato . So, invece, di un mio ex collega da poco pensionato che è entrato in coma 15 minuti dopo aver ricevuto la seconda dose di vaccino nella tendopoli dell’ospedale La Schiana ed è morto dopo un mese». Quanto al Green Pass, sostiene: «Dal momento che chi è vaccinato può contagiarsi e contagiare, non ha senso sotto il profilo sanitario.

Se davvero si vuole abbattere il rischio, allora si tamponi ogni lavoratore – naturalmente senza che il costo ricada su di lui – ogni giorno davanti agli uffici, alle fabbriche, alle imprese, alle sedi della pubblica amministrazione. Impossibile? Può darsi, ma allora non si pretenda da me, che guido autobus affollati che trasportano vaccinati e non vaccinati, tutti potenzialmente infettivi e contagiosi, di esibire il Green Pass per lavorare». Le ultime battute sono per i sindacati: «Delusione totale, ad eccezione dell’Unione sindacale di base, l’unica sigla che in Ctp ha espresso perplessità sull’obbligo di certificato verde».

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