L’assalto alla Cgil è stato annunciato un’ora e mezza prima sul Palco: ma Lamorgese ha lasciato fare, a che scopo?

Da Il Giornale Era tutto scritto, anzi detto, almeno un’ora e mezzo prima dell’assalto alla Cgil. Non c’era bisogno di servizi di intelligence, infiltrati, grandi investigatori per capire che la manifestazione di sabato a Roma contro il green pass sarebbe finita in un disastro (annunciato).

Poco prima che l’assalto al sindacato trascinasse su tutti i quotidiani le immagini della sede devastata, il leader di Forza Nuova aveva dichiarato “in chiaro” le intenzioni del corteo: assalire la Cgil e costringere Landini a “scendere a Roma” per “proclamare lo sciopero generale”.

Sarebbe quasi da non credere, se le immagini non fossero state rilanciate in esclusiva da Quarta Repubblica nell’ultima puntata. Breve passo indietro. Le telecamere della trasmissione sono a Piazza del Popolo quando sul palco qualcuno annuncia l’intervento di Giuliano Castellini. Il leader di Fn, che avrebbe Daspo e divieti di presenziare a manifestazioni simili, inizia la sua arringa contro i sindacati.

Sapete chi ha permesso che oggi il green pass o meglio tra sei giorni diventasse legge? E che milioni di nostri connazionali fossero sotto ricatto? Hanno nomi precisi Cgil, Cisl e Uil”. La critica poi si trasforma in una dichiarazione d’intenti. “Sapete oggi gli italiani liberi cosa fanno? – continua Castellini – Vanno ad assediare la Cgil. Oggi noi andiamo a prenderci la Cgil. Chiamiamo Landini: se vuole il suo palazzo, viene a Roma e proclama lo sciopero generale di tutti i lavoratori contro il green pass” (guarda il video).

Da quel momento in poi, una costola del corteo si divide e si dirige verso il palazzo della Confederazione generale del Lavoro. Il resto è storia. E le immagini mostrano chiaramente come a difendere quell’obiettivo sensibile ci fossero solo una quindicina di poliziotti. Come è possibile? Perché la prefettura e il Viminale non hanno disposto un presidio di fronte al palazzo? Secondo un operatore di polizia, coperto da anonimato, di errori ne sarebbero stati commessi a bizzeffe. Intanto la sottovalutazione dell’afflusso di persone a Roma: solo 500 agenti a fronte di 10mila manifestanti. Troppi pochi. Il dispositivo è poi quello di “vigilare” sulle persone presenti in piazza, non seguire i cortei. E infine la sede della Cgil sguarnita: “Non era individuato come obiettivo da difendere – dice il poliziotto – la nostra manifestazione era piazza del popolo”. E poi: perché i volti noti violenti “non sono stati bloccati prima”? (guarda il video).

Lo stesso accade con un altro gruppo di attivisti anti-green pass. Un migliaio di loro prende infatti la via di Palazzo Chigi sperando di potersi avvicinare ai palazzi del potere. Qui, ricostruisce il servizio del programma di Nicola Porro, l’assedio viene sventato solo perché “un nutrito gruppo di agenti, di propria iniziativa decide di abbandonare la piazza per venire a proteggere i palazzi delle istituzioni”. “C’è stato un buco organizzativo grosso”, spiega l’operatore. E di chi è la colpa? Fari puntati sul Viminale e sul prefetto di Roma.

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