La beffa: “Niente obbligo di Green Pass per i Camionisti Stranieri”. Così il Governo discrimina i Lavoratori Italiani

Di Claudio PaudiceGli autotrasportatori provenienti dall’estero privi di green pass potranno accedere ai porti italiani, fino ai piazzali per le attività di carico e scarico, a condizione che le operazioni vengano effettuate da altro personale. È quanto si legge in una comunicazione inviata dal Gabinetto del Ministero dei Trasporti per fare chiarezza sull’obbligo di green pass per il settore del trasporto merci su gomma e su nave.

Il chiarimento arriva a poche ore dall’entrata in vigore dell’obbligo della certificazione verde per tutti i lavoratori in Italia, inclusi quelli impiegati nella logistica e nei porti. La situazione continua a essere tesa, in vista dell’annunciato sciopero e blocco delle attività da parte dei portuali in alcuni scali, in particolare quelli di Trieste e Genova. Il presidente del porto giuliano Zeno D’Agostino ha pronte le dimissioni se da domani le attività sulle banchine dovessero fermarsi.

Sull’altro fronte, i lavoratori hanno chiesto il rinvio dell’obbligo per quindici giorni, in tal caso nessuno stop per le operazioni e disponibilità a sedersi intorno a un tavolo. I timori però non riguardano solo i porti ma pure il settore dell’autotrasporto dal momento che circa un terzo dei camionisti è sprovvisto di green pass. Tra questi molti sono di origine straniera, in particolare dell’est Europa, e quindi o non vaccinati o vaccinati con il farmaco cinese Sinovac o con quello russo Sputnik, entrambi non riconosciuti dall’Ema.

“Per quanto riguarda gli equipaggi dei predetti mezzi di trasporto provenienti  dall’estero che non siano in possesso di una delle certificazioni verdi COVID-19 (o di altre certificazioni per vaccinazioni riconosciute dall’EMA o di vaccinazioni riconosciute equivalenti con circolare del Ministero della salute)”, si legge nella comunicazione, “si precisa che è consentito esclusivamente l’accesso ai luoghi deputati alle operazioni di carico/scarico delle merci, a condizione che dette operazioni vengano effettuate da altro personale”.

Gli autotrasportatori provenienti dall’estero privi di green pass potranno accedere ai porti italiani, fino ai piazzali per le attività di carico e scarico, a condizione che le operazioni vengano effettuate da altro personale. È quanto si legge in una comunicazione inviata dal Gabinetto del Ministero dei Trasporti per fare chiarezza sull’obbligo di green pass per il settore del trasporto merci su gomma e su nave. Il chiarimento arriva a poche ore dall’entrata in vigore dell’obbligo della certificazione verde per tutti i lavoratori in Italia, inclusi quelli impiegati nella logistica e nei porti. La situazione continua a essere tesa, in vista dell’annunciato sciopero e blocco delle attività da parte dei portuali in alcuni scali, in particolare quelli di Trieste e Genova. Il presidente del porto giuliano Zeno D’Agostino ha pronte le dimissioni se da domani le attività sulle banchine dovessero fermarsi. Sull’altro fronte, i lavoratori hanno chiesto il rinvio dell’obbligo per quindici giorni, in tal caso nessuno stop per le operazioni e disponibilità a sedersi intorno a un tavolo. I timori però non riguardano solo i porti ma pure il settore dell’autotrasporto dal momento che circa un terzo dei camionisti è sprovvisto di green pass. Tra questi molti sono di origine straniera, in particolare dell’est Europa, e quindi o non vaccinati o vaccinati con il farmaco cinese Sinovac o con quello russo Sputnik, entrambi non riconosciuti dall’Ema.

“Per quanto riguarda gli equipaggi dei predetti mezzi di trasporto provenienti  dall’estero che non siano in possesso di una delle certificazioni verdi COVID-19 (o di altre certificazioni per vaccinazioni riconosciute dall’EMA o di vaccinazioni riconosciute equivalenti con circolare del Ministero della salute)”, si legge nella comunicazione, “si precisa che è consentito esclusivamente l’accesso ai luoghi deputati alle operazioni di carico/scarico delle merci, a condizione che dette operazioni vengano effettuate da altro personale”.

Unatras: “Così le aziende italiane sono penalizzate, quelle estere favorite”.

La comunicazione del Mims, che serviva a chiarire le modalità operative per l’autotrasporto in Italia a poche ore dall’obbligo del green pass, non piace per nulla alle aziende italiane. “Unatras, l’Unione delle principali associazioni dell’autotrasporto italiane – Fai, Fiap, Unitai e Assotir per Conftrasporto, e Cna Fita, Confartigianto Trasporti, SnaCasartigiani) – ritiene inaccettabile che il Governo preveda un regime alternativo sulla normativa del green pass a unico vantaggio delle imprese estere”.

“Siamo, sorpresi, allibiti e indignati”, prosegue il comunicato, “dal fatto che la nota lasci intendere che la decisione assunta sia stata condivisa con le associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali. Unatras aveva chiesto che fossero garantite, anche per le imprese estere, le medesime condizioni applicate a quelle italiane. Al contrario, la nota dei due dicasteri, oltre a indebolire le misure per la difesa della salute dei cittadini italiani, favorisce gli stranieri che già operano in condizione di dumping sociale nei confronti delle imprese di autotrasporto italiane. È vergognoso che tutto ciò avvenga a poche ore di distanza dall’entrata in vigore dell’obbligo di green pass anche nei luoghi di lavoro privato, contribuendo così ad aumentare incertezze, preoccupazione e difficoltà tra gli operatori Così si rischia di alimentare sentimenti di malcontento e rabbia tra gli operatori. Unatras, nelle prossime ore, valuterà che decisioni assumere e quali indicazioni dare ai propri associati”, conclude la nota.

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