Israele, il Ministro della Salute avverte i giovani: “Non fate sport dopo la 2ª dose di vaccino”

Di Michele Crudelini Dopo lo stop al vaccino Moderna per i giovani arrivato in Svezia, Danimarca e Finlandia per i casi riscontrati di miocardite, ora è Israele a confermare la possibile presenza di questa patologia a seguito della vaccinazione.

Sport sconsigliato nella settimana successiva al vaccino

A riportarlo è il Jerusalem Post, che ha esaminato una presentazione preparata per il comitato consultivo per il controllo dell’epidemia e i vaccini contro il coronavirus. Nella stessa alcuni funzionari sanitari della Divisione di epidemiologia del Ministero della Salute raccomandano che le persone “evitino attività faticose per una settimana dopo la loro seconda dose di vaccini mRNA COVID-19”.

In particolare viene quindi sconsigliata qualsiasi attività fisica che richieda uno sforzo intenso nella settimana successiva alla vaccinazione, sia essa avvenuta con Moderna che con Pfizer, che in Israele risulta essere il siero più utilizzato. Nella presentazione si legge che:

Raccomandiamo a tutti, in particolare agli adolescenti e ai giovani di età inferiore ai 30 anni, di evitare attività faticose, come l’esercizio fisico intenso, per una settimana dopo la prima e la seconda dose.

Anche in questo caso quindi viene evidenziato come il rischio di questa patologia possa essere più frequente negli under 30.

La Pfizer e le miocarditi

Il problema legato alla miocardite post vaccino ha una storia piuttosto recente. La Pfizer, infatti, nello studio sperimentale che aveva consegnato all’EMA a fine 2020 per ottenere l’autorizzazione condizionata al commercio, non aveva riportato casi di miocardite a seguito della vaccinazione.

Questa patologia è stato così riscontrata a seguito della commercializzazione del prodotto su larga scala e il bugiardino del prodotto Pfizer è stato aggiornato lo scorso giugno con questo nuovo effetto collaterale.

Il virologo Roberto Burioni si è affrettato ad intervenire in difesa del vaccino Pfizer twittando che:

Qualcuno si preoccupa senza motivo delle rarissime e benigne miocarditi da vaccino, ma dimentica le gravissime conseguenze che comporta per il sistema cardiovascolare il COVID.

In un altro tweet del virologo viene citato uno studio che sarebbe a supporto di questa tesi.

Quale rapporto rischio benefici per i giovani?

Il lavoro scientifico, condotto in Israele su un campione di 2,5 milioni di persone, riporta un’incidenza di 2,5 casi di miocardite post vaccino ogni 100.000 persone. Numeri bassi, ma che si alzano notevolmente, di quattro volte, se si guarda la popolazione sotto i trent’anni. In questo caso l’incidenza è di più di 10 casi ogni 100.000 persone, che corrisponde allo 0,01%.

E come per ogni trattamento sanitario occorre vedere il rapporto rischio beneficio che comporta. In questo caso, in particolare per gli under 30, non si può non considerare la bassissima incidenza del Covid.

Prendendo per esempio i dati italiani forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, il tasso di mortalità da Covid sotto i 40 anni è dello 0,0006%. E prendendo solo i soggetti senza patologie deceduti da Covid sotto i 40 anni, il tasso di mortalità si attenua ulteriormente, arrivando allo 0,00007%. Il rischio di miocardite è quindi ancora accettabile alla luce di questi numeri?

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