Ogni tanto anche Beppe Grillo ne dice una giusta: “Lo Stato paghi i Tamponi ai lavoratori, serve pacificazione”. Orlando: “Non si può”

(Tgcom24) – “I lavoratori senza vaccino potrebbero essere circa 3 milioni, su 23 milioni di lavoratori, il 13%-15% circa. Se lo stato decidesse di pagare i tamponi per entrare in azienda, per questi lavoratori, servirebbe circa un miliardo di euro fino a dicembre 2021”. Lo scrive Beppe Grillo in un post sul suo blog dove, “da buon ragioniere”, spiega come il popolo no vax in Italia sia “molto contenuto”. “Sul Green pass serve una pacificazione”, aggiunge.

“Sui 19 milioni mancanti circa 6 hanno meno di 12 anni, e altri 6 circa hanno tra 12 e 19 anni, e quindi sono in prevalenza studenti delle scuole superiori e non lavoratori. Si stima poi che ci siano circa 2,5 milioni di over 60enni senza vaccino, prevalentemente concentrati sui 60-69 anni. Tra questi oltre la metà sono pensionati e meno di 1 milione i lavoratori. Quindi dovremmo avere 19-12-1= 6 milioni circa in età attiva. Non tutti questi sono lavoratori: potrebbero essere disoccupati, inattivi e non occupati, almeno per i 2/3, quindi 2,5-3 milioni”, argomenta.

“Questi lavoratori potrebbero essere individuati automaticamente attraverso uno scambio dati tra Sogei che detiene i dati sui Green pass, e Inps che detiene i codici fiscali dei lavoratori e le aziende dove lavorano. L’incrocio tra questi due dataset, con autorizzazione del garante, permetterebbe ad Inps di segnalare nel cassetto aziendale, i lavoratori senza Green pass a cui fare il tampone, e si dovrebbe prevedere nel cassetto aziendale un riconoscimento di un bonus sotto forma di sgravio contributivo, in modo che il costo del tampone sia solo anticipato dall’azienda ma pagato a conguaglio da Inps, come succede in genere per la cassa integrazione ordinaria sui versamenti dei contributi aziendali”, il ragionamento di Grillo.

“Questo meccanismo, che non invaderebbe la privacy se non nei limiti strettamente necessari, con verifica di impatto, e dati trattati nel rispetto del Gpdr, e comunque senza conseguenze alcuna per i lavoratori, se non ai fini di pagare il costo del tampone, avrebbe il doppio vantaggio: uno, di essere veloce, evitare file e controlli ai tornelli aziendali, durante i quali certamente ai lavoratori vedrebbero in quel caso violati i loro spazi di libertà, e due, di essere gratuito per i lavoratori, e di individuare il costo e coprirlo con un bonus apposito, pagato dallo Stato”, conclude.

Orlando: non si può fare – A stretto giro arriva la risposta del ministro del Lavoro che chiude a questa richiesta. “Io ho sempre detto una cosa, mi
sembra ragionevole pensare a tutte le forme possibili di calmierazione, ma far diventare il tampone gratuito significa dire sostanzialmente che chi si è vaccinato ha sbagliato”, ha detto Andrea Orlando, a margine della firma di un protocollo con la Camera nazionale del lavoro a Milano parlando sulla proposta di Grillo di rendere gratuiti i tamponi. “Io penso invece – ha aggiunto – che noi dobbiamo dire che chi va a lavorare e chi ancora non è convinto può avere anche un trattamento parzialmente diverso rispetto a chi non deve andare a lavorare”.

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