Appalti mascherine: “Si presentò come il braccio destro di Conte. 160 milioni di pezzi”. Nuove grane per l’ex premier
Da Affari Italiani – Emergono nuovi dettagli sull’inchiesta che ha coinvolto l’ex socio di Giuseppe Conte, l’avvocato romano Luca Di Donna, denunciato dall’imprenditore Giovanni Buini e indagati dalla procura di Roma per associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di influenze.
“Sostenevano, Di Donna e il collega Gianluca Esposito – spiega Buini a Repubblica – di essere il braccio destro del premier Conte. E, per questo, potevano agevolare gli appalti con la struttura commissariale. Di certo parlavano molto con Arcuri…”.
“Centosessanta milioni di pezzi. Il contratto che avrei dovuto firmare era – prosegue Buini su Repubblica – per 10 milioni di mascherine a settimana. Dovevano andare alle farmacie a cui Arcuri aveva promesso un prezzo calmierato. Ne hanno parlato anche i telegiornali, e io avevo un accordo verbale con la Struttura.
Arrivo nel loro studio e trovo, oltre a Di Donna ed Esposito, due generali (uno è il capo di gabinetto dell’Aise, il generale Enrico Tedeschi, ascoltato come testimone dalla procura di Roma ndr). Secondo me li avevano fatti venire per mostrarmi che facevano sul serio.
Abbiamo parlato per 10 minuti, non di lavoro. Dopo una settimana, gli ho inviato una Pec per fargli sapere che non volevo più aver a che fare con loro e che la scrittura privata era sciolta. Avevo capito che c’era qualcosa di troppo strano».
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