Studio Usa: “I Vaccini Covid possono peggiorare i Sintomi ed esporre a Malattie più gravi”, ma viene ignorato nei moduli

Di Francesco CapoC’è il rischio che i vaccini Covid possano peggiorare i sintomi della malattia qualora un vaccinato contragga il virus e si ammali e i moduli del consenso informato non spiegano in maniera evidente tale rischio.

Sono le due conclusioni di uno studio condotto da ricercatori statunitensi e pubblicato sulla rivista scientifica, The International Journal of Clinical Practice, mensile di medicina generale i cui articoli sono sottoposti al controllo incrociato tra scienziati.

“I vaccini Covid, progettati per suscitare anticorpi neutralizzanti, possono esporre le persone a cui sono stati somministrati a malattie più gravi che se non fossero state vaccinate”. Spiegano i due scienziati che tutti i vaccini, sia quelli a vettore adenovirale (Johnson&Johnson e Astrazeneca) che quelli a mRNA (Moderna e Pfizer), possono peggiorare la malattia Covid-19, attraverso il potenziamento anticorpo-dipendente, il cosiddetto fenomeno ADE.

Di questa patologia, ce ne siamo occupati in diverse occasioni su Byoblu con interviste a medici come il dottor Fabrizio Salvucci, che mettono in guardia sulla necessità di effettuare un test sierologico prima di sottoporsi alla vaccinazione. La presenza di anticorpi naturali dovrebbe indurre quantomeno a rinviare l’inoculazione, proprio per evitare che il Covid possa manifestarsi in forma più grave. Questo stesso rischio può verificarsi anche con gli anticorpi indotti dal vaccino.

I ricercatori statunitensi definiscono il rischio “finito” e “non teorico” e aggiungono che lo stesso “è sufficientemente oscurato nei protocolli degli studi clinici in corso sul vaccino COVID-19. Inoltre è molto probabile che il paziente non comprenda in modo adeguato il rischio a cui può andare incontro, “il che impedisce un consenso veramente informato”. Gli scienziati sono giunti a questa conclusione analizzando anche la letteratura scientifica sui vaccini della SARS e della MERS, virus strettamente correlati al SARS-CoV-2.

Correttamente i ricercatori precisano che i dati attuali sui vaccini Covid non hanno rivelato finora prove di ADE, ma, denunciano, che questi dati sono limitati. Gli studi di fase 1 sono stati compiuti su soggetti che avevano incontrato il ceppo di Wuhan e non il virus mutato, oggi in circolazione. Gli studi clinici di fase 1 e 2, compiuti sui vaccini oggi somministrati, non hanno valutato l’esposizione dei soggetti vaccinati al virus circolante dopo la vaccinazione, che è quando il fenomeno ADE è destinato a verificarsi.

Alla luce di ciò, concludono i ricercatori, il rischio che i vaccinati possano contrarre la malattia Covid in forma più grave dovrebbe essere indicato “in un modulo di consenso informato specifico e separato” e proseguono: “Il processo di consenso informato per gli studi sul vaccino COVID-19 in corso non sembra soddisfare questo standard”.

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