“Qui non comanda il governo di Roma”: i docenti dell’Alto Adige si ribellano al Green Pass e si auto-sospendono

Di Edoardo Gagliardi – L’Alto Adige, anche conosciuto come Sud Tirolo, da oggi non è solo famoso per le tendenze indipendentiste che da almeno 70 anni caratterizzano la regione, ma anche per una ferma opposizione alle regole governative riguardo alla vaccinazione e al green pass.

Alla riapertura delle scuole 58 persone, tra docenti e personale non docente, sono state sospesi, mentre 20 docenti si sono messi in aspettativa. Secondo i dati, un dipendente scolastico su quattro non sarebbe vaccinato, circa 4.737 persone, cosa che preoccupa il ministero dell’Istruzione, anche perché adesso il problema è trovare insegnanti da sostituire a quelli sospesi o in aspettativa.

“L’autonomia scolastica — dice Petra Nock, sindacalista Asgb, il sindacato autonomo dei lavoratori di lingua tedesca — permette di sostituire gli insegnanti di ruolo con studenti e pensionati chiamati direttamente dai presidi. I buchi si tapperanno, ma la scuola di qualità è un’altra cosa“.

In Alto Adige il tasso del personale scolastico non vaccinato si attesta al 40%, il dato più alto tra le regioni italiane. Al 3 settembre infatti solo il 63% del personale scolastico risultava vaccinato, ben 30 punti in meno rispetto alla media nazionale. Questi dati riguardano soprattutto le scuole di lingua tedesca.

Ma i docenti dell’Alto Adige sembrano avere le idee chiare: “Qui non comanda Roma”, questo lo slogan di coloro che non accettano una scuola dominata dalle regole del green pass imposte dal governo di Roma.

Tra le scelte dei docenti che si oppongono al possesso del green pass o del tampone ogni 48/72 ore, vi è la possibilità di mettersi in malattia e poi in aspettativa, in alternativa si accetta la sospensione.

Nelle scorse settimane sembrava che il Ministero dell’Istruzione e i sindacati di categoria avessero trovato un accordo sui tamponi gratuiti da fornire ai docenti che non vogliono vaccinarsi, ne abbiamo parlato anche su Byoblu in questo articolo. Ma poi il ministro Patrizio Bianchi ha fatto retromarcia affermando che “lo Stato non pagherà i tamponi a chi rifiuta il vaccino”.

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