Lamorgese continua a vaneggiare: “I No-Vax sono un potenziale pericolo”. Poi sfida: “Il green pass va esteso”

Di Elena Sempione – Roma, 12 set – Gli sbarchi di immigrati clandestini non si fermano, ma la Lamorgese ha altre priorità: attaccare Matteo Salvini. «Quando gli attacchi partono da chi sostiene il governo, diventando martellanti e personali, finiscono per danneggiare l’immagine dell’amministrazione e dell’intero esecutivo, in un momento molto delicato per il Paese nel quale occorrerebbe più coesione», ha dichiarato il ministro dell’Interno in un’intervista al Corriere della Sera.

Ma non c’è solo l’immigrazione a dividere il segretario leghista e l’inquilina del Viminale. La Lamorgese, infatti, ritorna anche su un tema delicato come il green pass (da «estendere quanto più possibile», dice lei) e la repressione dei cosiddetti «no-vax».

La stoccata a Salvini

Sempre al quotidiano di via Solferino, il ministro Lamorgese ha illustrato la sua posizione sui «no-vax» (o «no green pass»), a fronte delle manifestazioni di ieri: «È evidente che l’innalzamento dei toni delle proteste può favorire forti tensioni per l’ordine pubblico e atti ostili anche da parte di singoli, non direttamente riconducibili a gruppi organizzati. La galassia delle sigle No-vax – ha proseguito – appare composita e variegata, e al momento non risultano contatti strutturati con frange estremiste. Certo, in alcune delle proteste si è registrata una sporadica partecipazione di appartenenti all’estrema sinistra o all’area anarchica nonché, soprattutto a Roma, alla destra radicale. In alcune occasioni ci sono stati evidenti tentativi, non riusciti, di alimentare una degenerazione violenta della protesta».

La Lamorgese e il (falso) pericolo «no-vax»

Ma in sostanza, com’è che la Lamorgese intende fermare i «no-vax»? «Per scongiurare situazioni di rischio e intercettare possibili derive, è stata intensificata l’attività di prevenzione anche grazie al costante monitoraggio del web, come dimostra la recente operazione della Polizia di Stato coordinata dalla Procura di Milano. È importante, in questa fase, individuare per tempo i segnali di possibili legami tra i gruppi No-vax e di tendenza estremistica che rappresenterebbero un preoccupante salto di qualità». Peccato solo che la retata a cui fa riferimento il ministro – quella contro i temutissimi «Guerrieri di Telegram» – non ha poi fatto emergere alcun pericolo reale: a meno che non si voglia qualificare come tale un gruppo di cinquantenni formato da disoccupati, casalinghe e donne delle pulizie, la cui arma più potente era un tirapugni.

Elena Sempione

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