Il campione Benvenuti contro il negazionista Montanari: “Da esule istriano dico: chi nega le foibe non può insegnare”
Di Davide Ventola – “Chi insegna non può insegnare negando o giustificando le foibe”: ne è convinto Nino Benvenuti, la leggenda del pugilato, esule istriano, che sulla sua pelle ha vissuto gli orrori del comunismo titino.
A 83 anni, il campione olimpico di Roma ’60 ed ex campione del mondo dei pesi medi, non ha perso la voglia di combattere. «Mi chiedo se sia corretto che un educatore – dice in un’intervista al Giornale – uno che dovrebbe formare i ragazzi al rispetto, alla non violenza e alla verità storica, approfitti del suo ruolo per fare affermazioni simili.
Sulle critiche del rettore dell’Università di Siena, Tomaso Montanari relativamente al Giorno del Ricordo, l’oro di Roma non ha dubbi. «Alla mia età ne ho viste tal mente tante che non mi mera viglio più di niente. Montanari parla per luoghi comuni, arroccato nell’ignoranza dei fatti e nel più bigotto negazionismo. La mia gente ha sofferto. Troppo. E non saranno certo le sue parole a cambiare la storia».
Benvenuti e il negazionismo sulle foibe: “Montanari faccia un passo indietro”
Nino Benvenuti rifugge anche il parallelismo tra Foibe e Shoah. «Non sono uno storico ma non credo che a simili tragedie si possa dare un peso e una misura. Un eccidio è un eccidio, non mi metto a contare le vittime». E sul negazionista Montanari, alla domanda se dovrebbe dimettersi dal suo ruolo, Benvenuti replica: «Non conta quello che penso io.
Mi chiedo invece se sia corretto che un educatore, uno che dovrebbe formare i ragazzi al rispetto, alla non violenza e alla verità storica, approfitti del suo ruolo per fare affermazioni simili. Non ho idea di quali siano stati i criteri che lo hanno portato a ricoprire quella carica; ma chi lo ha nominato o eletto dovreb be farsi un esame di coscienza, abbandonare ogni ipocrisia. Fare un passo indietro».
Il ricordo di Benvenuti sulla tragedia dell’esodo istriano
«Si viveva nell’angoscia di essere sequestrati o uccisi da un momento all’altro, per “italianismo” – ha raccontato in un’intervista il campione del mondo dei pesi medi -. Se Hitler fu il male assoluto, Ozna, la polizia segreta di Tito, e Foibe non sono stati certo da meno». Fu bruttissimo per tanti istriani non venire accettati e sentirsi degli esuli in patria – continua Benvenuti – Per me lasciare Isola, il mio ‘scoio’ sul mare è un dolore che porto dentro da sempre – ha spiegato la leggenda del pugilato – Non ho mai voluto strumentalizzare queste tragiche vicende o definirmi esule prima degli incontri come una medaglia. Ma sono sempre stato orgoglioso di essere un italiano d’Istria».
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