Ex dirigente dei Radicali Italiani confessa: “Emma Bonino ha imposto l’agenda di George Soros al partito”

Di Francesca TotoloIl Primato Nazionale – Roma, 17 set – Nell’intervista a Zelda Raciti, una ex dirigente dei Radicali Italiani vengono evidenziati la costante perdita di identità e il progressivo distacco dalle battaglie storiche del partito, seguiti alla morte di Marco Pannella.

Come la ex dirigente spiegherà dettagliatamente, Emma Bonino, prese le redini del partito senza nemmeno avere un ruolo nel direttivo, ha completamento sostituito l’agenda dei radicali con quella dello speculatore George Soros, sconfessando i valori fondanti di quello che fu il Partito Radicale. Della “lunga luna di miele” tra la Bonino e Soros avevamo già parlato in un articolo-inchiesta del gennaio 2018.

Partiamo dalle prime fasi della costituzione dei Radicali Italiani

“Dopo anni di militanza politica radicale, in cui portavo avanti determinate battaglie come la legalizzazione della cannabis, il testamento biologico e l’eutanasia, morto Marco Pannella, si fa viva Emma Bonino. I Radicali Italiani, appendice del Partito Radicale, entrano in conflitto l’uno con l’altro. Scoppia una guerra intestina, tra la corrente di Maurizio Turco e quella della Bonino, supportata dallo speculatore George Soros.

Riccardo Magi diviene così segretario dei Radicali Italiani e, nonostante mi abbia vista una sola volta, mi propone di diventarne dirigente sulla base della storia della mia lunga militanza. Dopo alcune perplessità, decido di accettare”.

(Nel 2016, durante il 40° Congresso straordinario dei radicali, seguito alla morte di Marco Pannella, venne alla luce la divisione interna del partito: da una parte i cosiddetti quadrumviri, Rita Bernardini, Maurizio Turco, Sergio D’Elia e Antonella Casu, che rivendicavano l’eredità pannelliana, e dall’altra i sostenitori della Bonino. Al termine del Congresso, venne reso noto che Emma Bonino faceva parte del board della Open Society Foundations di George Soros e che diverse associazioni legate ai radicali avevano ricevuto finanziamenti dalla fondazione dello speculatore.

Alle critiche dei quadrumviri in merito all’allontanamento dall’eredità lasciata da Marco Pannella, la Bonino rispose: “Non ho niente da nascondere, la fondazione Soros è una delle migliori (…) Ognuno di noi ha imparato tanto, forse cose diverse. Ma trovo stucchevole dire: ‘Marco avrebbe detto o fatto questo’. Non ci mettiamo sullo stesso piano dei quadrumviri”)

Che ruolo ha assunto Emma Bonino dopo la morte di Marco Pannella?

“Emma Bonino, prende le redini dei Radicali Italiani, ma non vuole nessun incarico ufficiale. Tante volte le domandano di ricoprire ruoli dirigenziali, ma lei si rifiuta, adducendo il pretesto di voler “lasciar spazio giovani”. Ci dice che la maggiore sfida del secolo consiste nell’affrontare la questione migratoria e che è necessario cambiare le politiche fallimentari degli ultimi anni. Si trattava di “regolamentare i flussi migratori”, di “unire l’azione umanitaria all’economia e alla sicurezza”, ovvero integrare i cosiddetti “migranti” attraverso lo studio della lingua italiana, percorsi lavorativi e ricongiungimenti familiari più facili e veloci. “Ma non vedete che il Mediterraneo è un cimitero liquido? Non possiamo permetterlo! Serve un commissario europeo straordinario per il Mediterraneo. Ma non vedete che l’Occidente, l’Italia non fa più figli? Abbiamo un tasso di natalità bassissimo. In più tanti italiani non vogliono più fare certi lavori pesanti. Abbiamo bisogno di loro, e invece i migranti sono trattati come manovalanza spicciola dalla malavita o sfruttati nei campi, dopo l’inferno che hanno passato. Così non va, bisogna avere una visione a lungo termine e lavorare affinché la politica, risolva questa sfida. I migranti non si fermeranno, arriveranno comunque, perché scappano dalle guerre e dai lager libici, dove sono torturati. Il Mediterraneo non sia un mare che divide, ma un lago che unisce!”, aveva tuonato la Bonino. Così iniziò la campagna ‘Ero straniero, l’umanità che fa bene‘.”

(Lanciata nel 2017, la campagna “Ero straniero, l’umanità che fa bene“, organizzata dai radicali, da altre associazioni finanziate dalla fondazione di Soros, come “A buon diritto”, Asgi e Cild, dalla Comunità di Sant’Egidio e da altre associazioni religiose, ha ricevuto dalla Open Society Foundations 260mila euro)

Quindi la Bonino, sebbene non avesse alcun ruolo all’interno del partito Radicali Italiani, ha iniziato a dettare un’altra agenda, aderente a quella sorosiana? E lei Raciti si inserisce in questo contesto visto il suo incarico come dirigente dei radicali?

“Personalmente non sopportavo l’idea che delle persone morissero davanti casa mia in modo così crudele, non sopportavo l’idea di vedere come si era ridotta la città e il Paese, a causa di una mancata visione politica e gestionale sulla questione migratoria. Mi convinco e decido di mettermi in gioco, vado al porto dove sono ferme le navi con i migranti, conosco alcuni portavoce delle Ong, in particolare Giorgia Linardi (portavoce della Ong tedesca Sea Watch, ndr) perché sono sempre più presenti coi “nuovi” Radicali Italiani, nelle riunioni di direzione, nei porti e nelle piazze per aiutare gli “ultimi”. La Bonino scende nella mia città solamente una volta per tenere una conferenza. Finalmente, mi sono detta, così le potrò dire che le cose qui non vanno bene, anzi è un proliferare di scandali sui centri di accoglienza e non solo. Arriva e nemmeno mi saluta: ero l’unico dirigente dei Radicali Italiani a raccogliere le firme, l’unica dietro quel tavolo, con quel caldo infernale, e non mi da nemmeno l’opportunità di scambiare informazioni e opinioni, uno scambio di cui sentivo l’assoluto bisogno, in considerazione dei crescenti dubbi. Mi alzo, le vado incontro e lei mi dice solo: “Quando finisco, facciamo la foto”. Rimango perplessa e penso: ma come la foto? Chi se ne frega della foto! Finisce la conferenza, sempre lo stesso disco incantato da nord a sud, sempre le stesse parole, facciamo la foto e, dopo un minuto, chiedo: “ma dov’è la Bonino?”. Qualcuno mi risponde che se n’era andata. Perché si comporta così? Avrà avuto notizia delle mie domande durante le riunioni dei radicali? Non le sono gradita perché ascolto lei, ma anche il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro? Si è infastidita perché chiedo di fare le visite ispettive nei centri di accoglienza? In particolare, al Cara di Mineo?  Perché ho chiesto di andare a Lampedusa? Non capisco, ma, di lì a poco nascerà il Partito Più Europa, nel quale verrò candidata”.

Secondo lei quindi la Bonino e i suoi vassalli avrebbero stravolto tutto?

“Infatti, tutto è cambiato. Le parole della Bonino e le azioni di Riccardo Magi (prima segretario dei Radicali Italiani e poi presidente di Più Europa, ndr) sono sempre più identiche a quelle del Papa, delle Ong, delle popstar e dei media mainstream. Ma come non siamo anticlericali? Non siamo laici ed eretici? Ma perché affibbiare l’etichetta di fascista e razzista a chiunque solleva il dubbio o mostra altri contesti miserrimi, spiacevoli, ma anch’essi reali, per di più che riguardano cittadini italiani? Mi confondo e mi inquieto. I nuovi radicali, non sono più “laici”, non sono più “federalisti europei”, sono diventati “Più-Europeini” e hanno la loro agenda: quella sorosiana. Adesso si infastidiscono, rimangono in silenzio davanti a delle semplici domande. Qualcuno mi dice che sto entrando in burnout. “Poverina, forse non reggi un tema così forte, come l’immigrazione!” mi dicono. Svicolano, ma non rispondono. Tutto diventa propaganda, in tanti se ne vanno e anche io. Me ne vado, ma non mi sento meglio. Non è poi così vera la frase “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”, al contrario, a quel punto volevo capire. Mi sono tuffata nelle acque delle informazioni, avevo bisogno di risposte. E dove trovo le risposte? Mica dai cosiddetti “colti e umani” con l’etichetta Dop, Doc e Pop della Bontà, ma dai cosiddetti “cattivi” con l’etichetta, quelli ai quali avevano messo il marchio di fascista, come un tempo marchiavano le streghe e gli eretici, al solo scopo di silenziare e censurare”.

Dopo aver lasciato il suo incarico come dirigente dei Radicali Italiani cosa succede?

“Contesto apertamente, sulla mia pagina Facebook, Carola Rackete e la sua azione con la nave “Sea Watch 3” (speronamento della motovedetta della Guardia di Finanza, ndr) e i deputati che sono con lei a bordo, tra cui il mio ex segretario di partito Riccardo Magi, nel frattempo diventato deputato di Più Europa. I dirigenti mi ignorano e sarà poi la regola, come se non fossi mai esistita. Scrivo, scrivo senza pace, pensando che prima o poi qualcuno vorrà aprire con me un dialogo serio, intellettualmente onesto e invece quando scrivo un post su Facebook, in difesa dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini per gli attacchi indegni, violenti e oltremodo ingiustificati che stava ricevendo, anziché avere un minimo di riscontro di qualunque tipo, arriva sulla mia bacheca un tale di nome Alex Orlowski (attivista dei radicali nel 2013, ndr), che inizia a definirmi fascista e nazista, e che non mi vuole avere tra i suoi contatti (era un contatto Facebook, di quelli che fai e ti dimentichi perché non hai mai avuto nessuna interazione) perché sono una “falsa radicale” che poi si scopre fascista e che devo “tornare nelle fogne“, con tanto di foto di Hitler, Salvini e svastiche!”

Ha poi denunciato Alex Orlowski per quanto successo su Facebook?

“Mi sono chiesta: “Ma chi è questo Orlowski?”. Uno che bazzica nell’area radicale e che adesso ha un sito come esperto di comunicazione politica. Tra i suoi “compiti” c’è anche quello di combattere l’odio in rete. Come combatti l’odio e odi? Combatti la violenza e sei verbalmente violento sui social? Per questo motivo, lo denuncio per diffamazione e calunnia a mezzo Facebook. L’avvocato (un iscritto ai Radicali Italiani, ndr) che mi ha seguita, mi telefona per informarmi che la mia denuncia ha avuto l’effetto di riconoscere che Orlowski ha commesso un reato di lieve entità e quindi il magistrato vorrebbe procedere per l’archiviazione.

Non ho nulla in contrario, ma Orlowski si oppone: vorrebbe l’archiviazione pura e semplice, come se il fatto non sussistesse, contrariamente all’orientamento del magistrato. Quindi, lo stesso viene rinviato a giudizio. Così Orlowski mi fa sapere tramite il mio avvocato che vuole scusarsi privatamente con me per non andare a processo, perché ciò implicherebbe che, in caso di recidiva, una sua condanna penale. Io volevo scuse pubbliche, visto che le offese sono state pubbliche e che lui è del resto un personaggio pubblico. Ovviamente non è successo. Come non è successo di ricevere telefonate o messaggi di solidarietà da parte di coloro che avevo avuto accanto in nome dei diritti umani! Spariti loro, è comparsa la verità!”

(Alex Orlowski, già attivista radicale, regista di video musicali, ideatore della campagna elettorale web di Pedro Pablo Kuczynski alle presidenziali del 2016, sedicente “esperto anti-narcos” e di “propaganda online”, e proprietario di un’agenzia di comunicazione, è stato consulente per Report, programma della Rai. In un servizio, Orlowski ha tentato di gettare fango su Francesca Totolo e Giorgia Meloni accusandole di aver comprato account fasulli su Twitter per rendere virali i loro post)

Francesca Totolo

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