Tra gli afgani evacuati e accolti in Francia anche un terrorista islamico talebano: scoppia la rabbia oltralpe

Di Alessandra Benignetti – Il caso dei cinque afghani legati ai talebani arrivati a Parigi assieme ad un gruppo di profughi evacuati da Kabul accende la polemica politica in Francia. E nel resto d’Europa le destre mettono in guardia sui rischi dell’infiltrazione di islamisti tra i migranti in arrivo dal Paese.

I timori sulla possibile infiltrazione di miliziani islamisti nel flusso di profughi che dall’Afghanistan è diretto verso l’Europa si stanno materializzando in queste ore in Francia, dove tra i 1500 evacuati dall’aeroporto di Kabul, atterrati a Parigi lo scorso 18 agosto, ci sarebbero anche cinque persone vicine ai fondamentalisti che hanno preso il potere nel Paese.

Si tratta di un 26enne, Nangialay S., che ora è guardato a vista in un hotel nella banlieu parigina di Noisy-le-Grand, nel dipartimento della Senna-Saint-Denis, assieme a tre familiari e all’amico Ahmad M., nato nel 1991. Secondo quanto si legge su Le Figaro, Nangialy avrebbe ammesso di appartenere al movimento dei talebani* e di aver imbracciato le armi dopo essere stato arruolato come responsabile di un posto di blocco a Kabul. Anche Ahmad avrebbe avuto legami con il movimento islamista e avrebbe pattugliato armato le strade della capitale.

Il portavoce del governo di Emmanuel Macron, Gabriel Attal, si è affrettato però a chiarire che Nangialay è stato portato a Parigi perché ha “contribuito all’evacuazione dell’ambasciata, aiutando i cittadini francesi e gli afghani che hanno lavorato per la Francia, in un momento incredibilmente teso, probabilmente salvando delle vite”. Lo stesso ha ribadito in un’intervista all’AFP, il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin.

Le polemiche della destra francese

Rassicurazioni che, però, non bastano a placare la polemica politica. E c’era da immaginarselo, visto che l’immigrazione è uno dei temi caldi della campagna elettorale per le prossime presidenziali. A chiedere l’espulsione immediata dei cinque afghani è Xavier Bertrand, governatore della regione Hauts-de-France per i Republicains e candidato della destra conservatrice.

“Il diritto deve adattarsi ai bisogni della nostra sicurezza e non il contrario”, ha scritto su Twitter. Durissima nel commentare la vicenda è stata anche la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, che sullo stesso social nota come “il dovere di accogliere della Francia passa in secondo piano quando viene minacciata la sicurezza dei francesi”. “Questo – ha aggiunto – è chiaro a tutti, tranne che al governo”.

I casi analoghi in Europa

Ma non è solo la destra francese a dire no all’accoglienza a braccia aperte dei profughi in arrivo dall’Afghanistan, come fu nel 2015 per chi arrivava dalla Siria e dall’Iraq, invasi dai miliziani dell’Isis. La Grecia del premier Kyriakos Mitsotakis, la Slovenia di Janez Janša, e l’Ungheria di Viktor Orbán chiedono di blindare le frontiere europee, mentre i partiti di opposizione, come Vox in Spagna, l’Afd in Germania e l’Fpoe austriaco, sono contrari a farsi carico dei profughi in arrivo da Kabul, anche per il rischio di possibili infiltrazioni di terroristi ed estremisti islamici. Quello di Parigi non sembra essere un caso isolato.

A Copenaghen, come riporta Repubblica, nei giorni scorsi è atterrato un migrante afghano espulso, riuscito a rientrare nel Paese con i documenti del fratello. Un altro sospetto che figurava nella lista “no-fly” del Regno Unito, riferisce l’Agi, è riuscito invece ad arrivare a Birmingham, confondendosi all’interno di un gruppo di sfollati che nelle scorse settimane ha lasciato il Paese grazie al ponte aereo in corso per mettere in salvo chi ha collaborato in questi anni con i governi occidentali.

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