Modena, nigeriano irrompe in negozio e tenta di stuprare la commessa: lei reagisce a calci, pugni e morsi e si salva (Video)

MODENA. «Mi ha scaraventata contro il muro, poi mi ha buttata per terra e come un demonio mi è volato addosso: voleva violentarmi. Mi metteva la mano sul collo e mi diceva: “Non urlare o ti ammazzo, non urlare o ti ammazzo”. Mi sono divincolata e gli ho dato un morso più forte che potevo. Poi è scappato con il mio telefono, ma uno straniero lo ha rincorso, bloccandolo».

Sono stati lunghi minuti di puro terrore, quelli vissuti in pieno giorno, sulla via più trafficata dalla città, da Stefania Koll, 59 anni, commessa al negozio di articoli sportivi “Onze Point Modena” di via Emilia Est 13, a due passi dal centro. Sabato mattina, a mezzogiorno e un quarto, un nigeriano di 38 anni è entrato nel punto vendita e l’ha pesantemente aggredita, palpeggiandola, mentre tentava di strapparle i vestiti di dosso.

«Quando è entrato in negozio ho avuto l’impressione che non fosse una faccia nuova – racconta Stefania – Mi ha chiesto dove fosse mio marito. Credevo che parlasse del titolare del punto vendita perché a volte chiedono di lui per le divise sportive. Non ho fatto in tempo a rispondergli che il titolare non c’era che lui ha allungato la mano per afferrare il cellulare sul tavolo. Gli ho detto di non farlo e lui mi è volato addosso. La mia fortuna è stata indossare una tuta di jeans con tanti bottoni. Un indumento difficile da strappare. Lui ha tentato di togliermela più volte, senza riuscirci».

Questo, però, non basta a placare la furia dell’aggressore che dopo avere percosso Claudia, le ha afferrato il collo, minacciandola di non urlare, altrimenti l’avrebbe uccisa. «Mi dimenavo più che potevo, gli ho dato calci, pugni e ho urlato con tutta la forza che avevo, poi gli ho dato un morso e lui ha smesso. Si è avventato sul mio cellulare e me lo ha rubato», racconta la commessa.

Nel frattempo, un gruppo di persone, richiamato dalle urla, si era radunato davanti al negozio. L’aggressore è scappato in direzione di via Ciro Menotti: nel frattempo, un altro straniero, Joshua, lo ha inseguito, placcandolo. Sul posto sono poi arrivati gli agenti della squadra mobile della Questura e il 38enne è stato arrestato quasi in flagranza. «Io e lo straniero che lo ha inseguito ci siamo trovati al Pronto soccorso insieme, grazie a lui è stato catturato e le ha prese dopo averlo raggiunto – afferma Stefania, il cui referto riporta una settimana di prognosi – Criminali di questo tipo sono una bomba a orologeria: sentivo che qualcosa sarebbe potuto succedere e mi chiedo: perché dobbiamo vivere in preda al terrore e al panico?».

«Serve una campagna per fermare questi reati – aggiunge Saverio Zangari, titolare del negozio – Non è giusto che questi criminali trascorrano qualche giorno in carcere a mangiare e poi tornino liberi di delinquere come prima».

Ieri mattina si è svolto il processo per direttissima con le accuse di violenza sessuale, lesioni e rapina davanti al giudice Andrea Romito. Il pubblico ministero Marco Niccolini ha chiesto la custodia cautelare in carcere. Ieri mattina il 38enne era difeso d’ufficio dall’avvocatessa Sabrina Nucera, mentre nel corso del processo è stato nominato come difensore il legale Riccardo Caricati. Per il momento, l’aggressore si trova in carcere, in attesa della decisione del giudice.

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