L’imbarazzante Biden, duramente criticato da alleati, repubblicani e democratici, scarica le colpe su Trump e afgani

Di Mia Fenice – L’umiliazione brucia. Il presidente degli Usa non può consentirsi errori devastanti che investono tutto il mondo. Joe Biden crolla al primo appuntamento fondamentale. Va in tv e tenta di salvare la faccia.

«È sbagliato chiedere ai soldati americani di combattere una guerra civile che l’esercito afghano non vuole combattere. Quante altre vite, vite americane, dovremmo sacrificare? Sarò chiaro nella mia risposta, non ripeterò gli errori del passato: restare e combattere indefinitamente non è nell’interesse nazionale degli Stati Uniti».

Dalla Casa Bianca, Biden parla alla nazione per difendersi dalle accuse per l’umiliante ritiro dall’Afghanistan mentre i talebani conquistano anche Kabul senza sparare un colpo. Critiche durissime che gli sono piovute da tutte le parti, dagli alleati internazionali alla grande stampa americana, dai repubblicani a molti esponenti democratici. Per Biden è una disfatta. E cerca di scaricare le colpe su Trump e sugli afghani.

Biden: «Non era previsto che creassimo una democrazia»

Biden ritiene corretta la decisione di ritirare le truppe dal paese asiatico. «La nostra missione in Afghanistan non ha mai mirato a costruire una nazione. Non era previsto che creassimo una democrazia centralizzata e unita. Il nostro unico interesse rimane quello che è sempre stato: evitare un attacco terroristico sul suolo americano. Siamo andati in Afghanistan quasi 20 anni fa con obiettivi chiari: colpire chi ci aveva attaccato l’11 settembre 2001 e assicurarci che al Qaeda non usasse l’Afghanistan come base. Lo abbiamo fatto. Non abbiamo mai smesso di dare la caccia a Bin Laden e lo abbiamo ucciso, dieci anni fa», aggiunge.

«Scelta tra accordo Trump o combattimenti»

«Quando ho assunto l’incarico, ho ereditato l’accordo negoziato dal presidente Trump con i talebani: le forze americane avrebbero dovuto lasciare l’Afghanistan il primo maggio 2021, tre mesi dopo il mio insediamento. Le forze americane erano state già ridotte durante l’amministrazione Trump. La scelta che ho dovuto fare da presidente era rispettare l’accordo o prepararmi a combattere i talebani: non ci sarebbe stato nessun cessate il fuoco dopo il primo maggio, non ci sarebbe stato nessun accordo per proteggere i nostri militari dopo il primo maggio, nessuna stabilità senza vittime americane dopo il primo maggio. Si trattava di rispettare l’accordo e arrivare ad un’escalation del conflitto, mandando migliaia di americani in Afghanistan per una guerra che sarebbe entrata nel terzo decennio», aggiunge il presidente degli Stati Uniti.

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