Discriminazione, lavoratori cacciati dalla mensa aziendale perché senza Green Pass. Sindacato proclama lo sciopero

Di Andrea Rinaldi – Due ore di sciopero con uscita anticipata su tutti i turni di lavoro venerdì prossimo, 13 agosto, alla Hanon Systems di Campiglione Fenile, in provincia di Torino. La protesta, indetta dalle Rsu della Fim-Cisl, riguarda l’esclusione dalla mensa aziendale per i lavoratori sprovvisti di green pass, annunciata dalla direzione risorse umane ai 600 dipendenti lo scorso 3 agosto.

I lavoratori non vaccinati dovranno consumare il pasto all’aperto e questo ha fatto trasalire il sindacato, che, pur favorevole alla profilassi anti Covid, definisce «grave questa decisione, in quanto frutto di una mera ed errata interpretazione del Decreto Legge 105 del 23 luglio 2021. La norma — si legge nel volantino Fim che indice lo sciopero — parla di “esercizi che somministrano cibi e bevande” e non di mense aziendali che già tra l’altro applicano i protocolli Covid».

La Fim-Cisl chiede un ticket «a titolo di risarcimento per il danno subito» per tutti i lavoratori Hanon esclusi dalla mensa lunedì 9 agosto. Questi i fatti avvenuti nella giornata di ieri, 10 agosto. L’azienda allestisce un gazebo all’esterno per far mangiare i dipendenti senza Green pass e la Fim Cisl con le altre Rsu minaccia lo sciopero.

Le contraddizioni del decreto del 6 agosto generano contraddizioni anche dentro al sindacato, che in pieno lockdown un anno fa lamentava il pericolo di contagio per chi si recava a lavorare nonostante l’apertura delle fabbriche grazie ai codici Ateco. L’altro ieri, 9 agosto, la Hanon Systems di Campiglione Fenile, nel Pinerolese, ha informato i suoi 600 dipendenti dell’allestimento di aree esterne allo stabilimento in cui dovrà consumare il pasto il personale non in possesso del Green pass cioè senza avere ancora ricevuto il vaccino.

L’azienda, specializzata in componenti automotive, giustifica la scelta con il decreto del 23 luglio, che obbliga alla certificazione verde gli utenti di «Servizi per la ristorazione svolti da qualsiasi esercizio per consumo al tavolo al chiuso». Anche la Stamet di Feletto, stampaggi metallici e verniciature, 150 addetti, si è comportata allo stesso modo: ha diffuso una circolare ricordando che l’accesso ai locali mensa al chiuso è riservato a vaccinati, guariti o possessori di tampone negativo.

«Nel decreto appena pubblicato non è chiara la norma, e in un’azienda in cui si applicano protocolli Covid non vedo perché debba essere obbligatorio il Green pass quando per entrare non mi viene chiesto», commenta Arcangelo Montemarano della Fim Cisl. Dunque perché l’astensione dal lavoro in difesa della mensa per i non vaccinati? «Perché si crea una riserva di lavoratori senza Green pass, e questo è alquanto discriminatorio», dice Davide Provenzano, numero uno della Fim Cisl di Torino.

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