Da Draghi, Speranza a Scanzi: le peggiori fake news su Covid e vaccini arrivano da istituzioni e media

Di Michele Crudelini – Prosegue da parte di istituzioni e media mainstream la caccia alle cosiddette fake news su Covid e vaccini. La narrazione è questa: sui social network e su internet si diffonderebbero alla velocità della luce notizie false o non attendibili sul virus e sulla campagna di vaccinazione.

Queste avrebbero così conseguenze dirette sui comportamenti delle persone, rischiando di causare il fallimento del contenimento del virus. Lotta alle fake news che ha visto addirittura la realizzazione di una enciclopedia contro le bufale sia da parte del Ministero della Salute che da parte dell’Istituto Superiore di Sanità.

E questa crociata contro le fake viene sbandierata ad ogni buona occasione all’interno dei programmi televisivi generalisti. L’idea che si vuol far passare è quindi questa: da una parte ci sono loro, le istituzioni e i media, uniche fonti attendibili. Dall’altra il resto del mondo.

Quando era il Ministero della Salute a diffondere notizie fake

Tale narrativa sembra avere però una memoria decisamente corta e poco consapevole che bufale molto più potenti sono state diffuse proprio da chi oggi vorrebbe combatterle.

Come non dimenticare infatti la campagna informativa diffusa su tutte le reti nazionali dal Ministero della Salute il 7 febbraio 2020, dove il contagio da Covid veniva descritto come “non affatto facile”. Solo quattordici giorni dopo questo spot, veniva riscontrato il famoso caso Covid di Codogno, da cui sarebbe seguita a ruota la scoperta di un contagio già largamente diffuso nel nord Italia.

E chissà quanti milioni di cittadini italiani si erano invece sentiti rassicurati da quello spot diffuso dal Ministero della Salute. Magari tralasciando comportamenti prudenziali perché, come diceva il dicastero di Speranza, “il contagio non è affatto facile”.

Da Burioni a Scanzi: il compendio di bufale sul coronavirus

Il febbraio 2020 oltre ad essere ricordato come il mese del contagio italiano di Covid, dovrebbe essere anche memorizzato come il periodo più fertile di fake news da parte di virologi e giornalisti mainstream.

Come non dimenticare l’uscita di Roberto Burioni in prima serata su Rai 3, datata 10 febbraio 2020:

In Italia siamo tranquilli, il virus non c’è. Quindi è lecito preoccuparsi solo per l’influenza.

Per poi aggiungere anche:

Prudenza solo nei confronti di chi viene dalla Cina, perché chi è in Italia neanche volendo può contrarre il coronavirus perché non c’è.

E chissà quanti milioni di italiani erano collegati in quel momento e che, prendendo alla lettera le dichiarazioni del Professore, si sono sentiti rassicurati nell’adottare comportamenti poco prudenti.

Stesso mese, stesso virus, stesso messaggio con il giornalista Andrea Scanzi, che durante una diretta Facebook del 25 febbraio 2020 paragonava il Covid ad una banale influenza.

E fa venire una certa amarezza leggere cosa scrive oggi Scanzi in riferimento ai contestatori del green pass:

Questa gente è pericolosa, fuori dal mondo e imperdonabile. A qualcuno di voi gente così farà ridere. A me no: a me fa paura. Fa rabbia. E fa pure incazzare, perché penso a tutti i morti che ha fatto il Covid. Morti che dovrebbero oggi essere onorati dal nostro comportamento irreprensibile.

Rabbia che Scanzi farebbe però meglio a rivolgere principalmente contro se stesso.

Dai 1300 morti a luglio ai contagi che salgono a causa delle elezioni

Le fake news da parte di istituzioni e media mainstream sono continuate poi a circolare anche a epidemia in corso, con la diffusione costante di previsioni catastrofiche, mai verificatesi.

Come quella fatta dalla fondazione Kessler nell’aprile 2021. La fondazione aveva infatti previsto uno scenario di 1300 morti al giorno per luglio 2021, a causa delle riaperture. Decessi giornalieri che invece a luglio non hanno mai superato quota 30.

Notizie discutibili sono arrivate anche dai livelli più alti istituzionali. Come quando il Presidente della Repubblica italiana, il giorno della nomina di Mario Draghi a Palazzo Chigi, tra le motivazioni di quella scelta aveva detto che “nei Paesi dove si sono svolte le elezioni si è registrato un grave aumento dei contagi”.

Elezioni che si erano svolte in Portogallo il 28 gennaio 2021, a cui era seguito invece un drastico calo dei contagi.

Così come in Bulgaria, anche lì dopo le votazioni di marzo i contagi sono scesi.

Anche in Albania, le elezioni di aprile scorso non hanno prodotto alcun aumento dei contagi.

La regina delle fake news

Infine, forse, la fake news per eccellenza, arriva direttamente dal Primo Ministro Mario Draghi. Secondo Draghi, il Green Pass darebbe quindi la garanzia di ritrovarsi tra persone non contagiose.

Una bufala madornale dal punto di vista scientifico, considerato che è stato ampiamente dimostrato dalle evidenze, nonché confermato dall’intera comunità scientifica, che anche i vaccinati, con doppia dose, possono essere portatori del virus e quindi contagiare.

Senza contare che anche il tampone negativo non può essere certezza assoluta di immunità, considerata l’inaffidabilità di questo strumento che nel tempo ha prodotto numerosi falsi positivi e falsi negativi. Una tale fake news pronunciata dal Primo Ministro italiano, senza contraddittorio, quale effetto negativo può avere sulla popolazione?

A seguito delle dichiarazioni di Draghi chissà quanti vaccinati si sono sentiti legittimati a tenere comportamenti non prudenti, pur con il rischio di essere portatori del virus.

Questo è il vero paradosso della caccia alle fake news. Si vuole stanare il troll, l’anonimo account che diffonde evidenti panzane sui social a qualche centinaio di persone. Nel frattempo però si dà spazio e si amplificano incredibili bufale istituzionali che si diffondono con una potenza e una legittimità pericolosissimi.

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