Avvocato smentisce comitato di Bioetica: “Vaccino senza consenso dei genitori? Minori non hanno capacità giuridica”

Di Miriam Gualandi – Sul vaccino decide l’adolescente e non il genitore. Questa in sintesi la posizione espressa nei giorni scorsi dal Comitato Nazionale di Bioetica in un documento pubblicato lo scorso 29 luglio dal titolo “Vaccini e Adolescenti”.

Nel documento si legge che laddove la volontà “del grande minore di vaccinarsi fosse in contrasto con quella dei genitori, il Comitato ritiene che l’adolescente debba essere ascoltato da personale medico con competenze pediatriche e che la sua volontà debba prevalere, in quanto coincide con il migliore interesse della sua salute psico-fisica e della salute pubblica”. Poche righe più sotto, però, parlando di minori con patologie per le quali la vaccinazione è consigliata, ecco che ritorna il ruolo “legale” dei genitori i quali hanno “l’obbligo di garantire ai propri figli il miglior interesse“.

Nel documento non si fa menzione al fatto che i vaccinati possono comunque essere vettore di trasmissione virale e si sorvola sugli effetti avversi, sostenendo che quando si sono presentati, “si sono risolti velocemente”. Non vengono menzionati i casi in cui il giovane è deceduto poche ore dopo la somministrazione del vaccino, né l’insorgenza ormai ampiamente documentata di miocardite e pericardite in soggetti sani.

Ancora più grave è il fatto che si utilizzi il green pass per sostenere l’efficacia della vaccinazione e addirittura l’autodeterminazione dell’adolescente: “attraverso il green pass gli adolescenti vaccinati possono avere maggiore libertà di movimento e di riunione (ad esempio, viaggiare, entrare nei cinema, concerti, teatri, frequentare palestre ecc.)”. Qui veniamo ad un punto molto importante che ci chiediamo quanto sia determinante nelle decisioni di un giovane e che un Comitato di bioetica dovrebbe tenere ben presente: in questo clima di odio sociale e discriminazione quanto è libera la scelta di vaccinarsi, soprattutto per una mente in formazione come quella di un adolescente? Quanto è veicolata invece dal desiderio di non restare escluso dalla vita sociale?

La nostra epoca è quella della lotta al bullismo e all’isolamento da social, eppure le ultime disposizioni sembrano puntare proprio a creare un clima “isolante” e “bullizzante”, dove non avere il certificato verde significa automaticamente essere “diverso” e in un certo senso “sbagliato” nei confronti della società. Una forzatura inutile e dannosa, se pensiamo che i giovani sono i soggetti meno a rischio ospedalizzazione per Covid-19.

Al di là della posizione del Comitato Nazionale di Bioetica, che è un organo consultivo istituito nel 1990 e non ha il potere di legiferare, la questione è molto più delicata e non può essere ridotta a titoloni per attirare l’attenzione. Non fanno testo neanche i precedenti citati da alcune testate di minori che dopo essersi rivolti a un avvocato hanno ottenuto il permesso di vaccinarsi. In tutti i casi, infatti, almeno uno dei genitori era favorevole alla vaccinazione. Qual è infatti il medico o il giudice che si prenderebbe la responsabilità, in assenza di una normativa specifica, di vaccinare un minore senza il consenso di almeno uno dei genitori? È quello che si è domandata anche la dottoressa Barbara Balanzoni in un video postato sui propri canali social.

Siamo alla riscrittura del diritto privato. Chi ha studiato sul Trabucchi, chi ha preparato concorsi in magistratura deve dimenticare tutto, perché abbiamo superato anche i confini che pensavamo di non poter superare. E chi l’ha fatto? Le Sezioni unite della Cassazione? No! Una legge? Un regolamento dell’Unione Europea? No! L’ha fatto il Comitato di Bioetica. Valore giuridico: zero.

Secondo voi, medici vaccinatori, in presenza di due genitori che non firmano il consenso informato e considerato che la firma di un minore è più o meno carta straccia, voi siete tutelati oppure no? E quel consenso è valido oppure no? No”.

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