Afghanistan, la lezione di Sgarbi: “La democrazia non può essere esportata, tantomeno con le bombe” (Video)

Da RadioRadio Kabul è caduta. Lo stato afghano si è sgretolato davanti all’avanzata dei Talebani. Dopo l’annuncio del ritiro del contingente USA le forze talebane hanno conquistato una dopo l’altra le principali città del Paese, una discesa inesorabile che infine è calata sulla capitale.

L’esercito regolare afghano è collassato su stesso minato dalla diffusa corruzione interna, dall’assenza di uno spirito veramente nazionale rispetto alla predominanza dell’appartenenza ai clan e alla debolezza del governo centrale. Il sistema militare, burocratico e amministrativo del paese si è dissolto come sabbia davanti all’azione politica-militare talebana.

Dopo venti anni dall’intervento, la Exit Strategy dell’amministrazione Biden dal conflitto si è rivelata fallimentare. Gli Stati Uniti, decisi a colpire il terrorismo internazionale in seguito all’attentato alle Torri Gemelle, nonostante i 2.200 miliardi di dollari spesi e i 2.312 soldati morti non sono riusciti nel progetto di stabilizzare la regione e costruire una stabile democrazia.

La guerra in Afghanistan solleva nuovi interrogativi: la democrazia è effettivamente un prodotto esportabile e universalmente applicabile in tutto il mondo? Vittorio Sgarbi analizza i motivi e le cause del fallimento afghano. Punto fermo del pensiero di Sgarbi la difesa dei diritti delle donne e la difesa dalla loro libertà dall’oscurantismo talebano. Vittorio Sgarbi riflette sul ritiro USA dall’Afghanistan ai microfoni di “Un giorno speciale”

“Quando accade qualcosa contro le donne non possiamo accettare che il mondo venga diviso in categorie inferiori o superiori. I talebani devono essere cacciati perché non intendono l’umanità nella loro dimensione di uguaglianza, valore cristiano molto importante. Gli americani non sono mai stati una soluzione, non hanno in alcun modo mai rappresentato una democrazia d’importazione ma semplicemente la violenza dell’oppressore. La mobilitazione era determinata dall’episodio dell’11 settembre che aveva giustificato l’intervento americano. Gli americani intendono imporre la democrazia con le bombe, si è realizzata la predizione di Gino Strada. La democrazia non può essere esportata soprattutto con le armi”

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