A differenza della Francia, l’Ungheria è “free-pass”: Orban dice no al Green Pass e l’obbligo di mascherine

Di Alessandra Benignetti – Il green pass per la vita sociale è stato adottato da una ventina di Stati europei per combattere la variante Delta. Ma c’è anche chi non lo ha ancora imposto a livello statale, come Germania e Spagna, e chi, come il governo di Budapest, ha addirittura rimosso l’obbligo di indossare le mascherine.

Tra i primi ad estendere l’utilizzo del certificato verde europeo alle attività quotidiane c’è stato il governo di Parigi. Lo scorso luglio, infatti, il presidente Emmanuel Macron ha deciso allargare il campo di applicazione del green pass europeo alla vita sociale, per contrastare la diffusione della variante Delta e spingere sempre più cittadini a vaccinarsi.

Ad andare nella stessa direzione, ormai, sono almeno venti Paesi europei, tra cui l’Italia. Lunedì in Francia è entrata in vigore un’ulteriore stretta, che impone ai cittadini di essere in possesso del green pass anche per sedersi nei bar e ristoranti all’aperto, per viaggiare su bus, navi e aerei o per entrare negli ospedali. L’entrata in vigore delle nuove regole, nelle scorse settimane, ha fatto balzare in avanti le prenotazioni per le prime dosi di vaccino.

Sette milioni di francesi, tra i più scettici d’Europa sull’efficacia dei vaccini anti-Covid, hanno chiesto di poter ricevere la prima dose, portando al 54 per cento la percentuale della popolazione vaccinata. Ora l’obiettivo del governo di Macron è quello di convincere altri dieci milioni di cittadini. Le regole, però, variano da Stato a Stato.

In Portogallo, ad esempio, come si legge sul Sole24Ore, a differenza di quanto accade in Italia, bisogna presentare il pass sanitario per soggiornare in hotel. Per i ristoranti, invece, la decisione è delegata ai comuni, e sono oltre 60 quelli che hanno imposto la certificazione per accedere. Tra i Paesi dove l’utilizzo del green pass è più esteso c’è la Danimarca. Il regno scandinavo è stato tra i primi a ricorrere al certificato verde, e ora serve il lasciapassare anche per andare dal parrucchiere.

In Austria il green pass è obbligatorio per entrare nei musei, mentre in Irlanda soltanto i vaccinati con due dosi e i guariti possono frequentare ristoranti ed hotel. In Grecia la normativa è meno stringente e si può cenare anche mostrando un tampone negativo. I Paesi Bassi esigono il certificato solo per i grandi eventi, in Croazia serve per matrimoni e celebrazioni, mentre in Romania per accedere a palestre e musei. A Malta viene richiesto il pass sanitario solo in alternativa alla quarantena per entrare nel Paese.

Nei Paesi Baltici la legislazione è simile a quella italiana, con la carta verde che viene richiesta all’interno dei ristoranti ma non all’esterno, oltre che per palestre, cinema e teatri. Fuori dall’Ue, a decidere di adottare questo sistema per frenare la crescita dei contagi, ci sono Svizzera, Norvegia, Islanda, Vaticano e Israele. In Germania, invece, dove cresce il malcontento verso la misura, percepita come un obbligo vaccinale mascherato, la decisione è stata delegata alle regioni. Stesso discorso per la Spagna, dove per ora la Catalogna ha deciso di utilizzarlo per i grandi eventi. Niente green pass né mascherine, invece, nell’Ungheria di Viktor Orban, dove l’obbligo è stato completamente rimosso.

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