Vent’anni fa l’Italia entrava nell’Euro: ecco i dati del disastro economico targato Romano Prodi e Sinistra

Da Scenari EconomiciNel 2019 si chiudeva il peggior decennio della storia dell’economia italiana, ma visto che al peggio non c’è mai fine è arrivata la crisi del coronavirus a portarci ulteriormente indietro. In attesa di riprenderci (forse) dall’ennesima crisi, il primo gennaio 2022 ricorrerà il 20° anniversario da quando l’euro divenne moneta a corso legale e il conseguente “pensionamento” della lira.

Per essere pronti ad affrontare qualsiasi discussione sul tema, ecco una carrellata dei principali indicatori macroeconomici italiani da tenere a portata di mano. Che cosa è cambiato dopo quasi vent’anni di euro? Scopriamolo insieme.

LA STAGNAZIONE VENTENNALE DEL PIL

Il prodotto interno lordo misura i beni e servizi finali di una nazione. Prima della pandemia, l’economia italiana non si era mai ripresa dalla doppia recessione del 2008-13. In termini reali (cioè depurati dalla variazione dei prezzi), il PIL del 2019 era rimasto sui livelli del 2004, ma dopo la crisi covid è tornato indietro ai valori del 1998.

FONTE: AMECO – Gross domestic product (OVGD), anno di riferimento spostato al 2020

Nel 2019 il PIL reale era inferiore del 3,9% rispetto al 2007, mentre nel 2020 questo gap è salito al 12,4%. Mai esistita dall’unità d’Italia una crisi così lunga, guerre mondiali incluse. E non è una battuta, basta osservare la serie storica del PIL dal 1861 per rendersene conto.

FONTE: dal 1861 fino al 1994 serie storiche ISTAT, dal 1995 al 2020 dati ISTAT (anno di riferimento spostato al 2020)

Infatti, dopo la devastazione della seconda guerra mondiale, i valori prebellici del 1939 furono recuperati nel 1949 (maggiori dettagli in questo articolo). Mentre oggi stiamo ancora raccogliendo i cocci di tre crisi economiche e la luce in fondo al tunnel è ancora lontanissima.

PIL PRO CAPITE DA “ANNI 90”

Rapportando alla popolazione i dati visti prima del prodotto interno lordo, si ottiene il PIL pro capite. E qui diventa ancora più chiaro il pressoché costante impoverimento degli italiani all’indomani dell’introduzione della moneta unica, però per i “negazionisti dell’euro” non c’è correlazione.

Codice AMECO – Gross domestic product per head of population (RVGDP), anno di riferimento spostato al 2020

Dopo la crisi finanziaria globale del 2008, il nostro pil pro capite reale si è sempre mantenuto sotto i valori del 2000. Nel 2019 l’indicatore si attestava ai livelli del 1999, ma dopo la crisi covid è tornato leggermente sotto ai valori del 1995.

LA DISTRUZIONE DELLA DOMANDA INTERNA

Escludendo dal conteggio del PIL il saldo della bilancia commerciale (che vedremo verso la fine), si ottiene la domanda interna. Probabilmente è l’indicatore che mostra al meglio tutte le legnate che abbiamo subìto durante le crisi economiche.

FONTE: AMECO – Domestic demand including change in inventories (OUNT), anno di riferimento spostato al 2020

Dopo il severo crollo fra il 2008 e il 2013 e la successiva lenta ripresa, nel 2019 la domanda interna era rimasta ai valori reali del 2001 (-6,7% rispetto al 2007), mentre dopo il crollo record del 2020 – di oltre otto punti – è tornata ai livelli del 1998 (-14,5% rispetto al 2007).

PERSO UN QUARTO DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE

Negli ultimi vent’anni la “deindustrializzazione” è stata la regola, infatti nel 2019 la produzione industriale si attestava ai livelli reali dei primi anni 90. Nel 2020 c’è stato un ulteriore balzo indietro a quota 1985, che si traduce in un -25,4% di produzione persa rispetto al 2001.

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