Professor De Donno morto suicida: quando i radical chic di sinistra lo deridevano mentre salvava vite

Di Eugenio Palazzini – Roma, 6 mag – Cosa fa un semicolto per trastullarsi durante la quarantena? Si dà al #cineplasma. Sarcastico hashtag che nelle ultime ore imperversa su Twitter, con studenti universitari al settimo anno fuori corso e candidati a una carriera di comparse su Superquark pronti a rilanciarlo di continuo. E’ la classica trovata partorita negli anfratti della galassia nerd in salsa radical chic, di quelle che fanno ridere soltanto gli appartenenti alla cerchia esclusiva ed escludente dei sapientoni feticisti del cibo da asporto. I semicolti ce l’hanno insomma con la cura al plasma e lo pneumologo Giuseppe De Donno che la sta sperimentando.

I filoesperti contro De Donno

E perché mai? Semplice, sono criticate da buona parte della comunità scientifica. Dunque, stando ai rigorosi parametri dei filoesperti (in senso strettamente greco: amico di chi ne sa), trattasi di baggianate rifilate ai cittadini speranzosi di battere il virus in tempi rapidi. La cura al plasma, nonostante i risultati ottenuti con una cinquantina di pazienti poi guariti, va stroncata senza pietà. E poco importa se farlo in questo modo, con un ridicolo hasthag su Twitter che fa ridere solo chi lo promuove e si diverte a sfoggiare cinefilia da quattro soldi, offenda medici e malati alle prese con una pandemia. Ai semicolti tutto è concesso. Chissà quanti virologi ci sono tra loro, siamo curiosi di saperlo perché a occhio punteremmo senza indugio un centone alla Snai sulla loro assenza. Per non sbagliarci un altro centone potremmo giocarcelo al contempo sulla presenza di sciami di laureati in fuffologia.

La corazzata Potemkin dell’anti-complottismo

D’altronde in assenza di ampolle irachene, mostrate all’uopo da un segretario di Stato degli Stati Uniti, questi raffinati utenti social devono pur trovare un modo per sperculare i boccaloni ignoranti che si bevono le fake news da loro puntualmente smascherate. Il problema però è che i debunkers di professione e i frequentatori dei social con il piglio volpino, credono a tutto quello che gli passa il convento mainstream. Bollando come complottismi tutto il resto. Intendiamoci, è senz’altro vero che in rete circola di tutto e le fesserie proliferano. Chi scrive poi non è certo in grado di mettere bocca sulla validità o meno di una cura. Ma non c’è peggior complottista dell’anti-complottista manieristico.

Non a caso, è proprio quest’ultima figura di ortodosso fustigatore dell’eresia che ai tempi dell’imbarazzante sceneggiata di Colin Powell spergiurava che quella fosse una schiacciante prova dell’esistenza di armi chimiche. Chi osava allora parlare di bufala ciclopica veniva immediatamente relegato nel girone dantesco dei creduloni che scorgono la Spectre in ogni recondito meandro della psiche. Com’è andata a finire è inutile ricordarlo ai cineplasmatori.

Eugenio Palazzini

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