Ferrara, fotografa i fiori di casa. Spacciatore straniero la sbatte contro il muro e la ferisce: “Tu non mi fai le foto”

Di Daniele Predieri FERRARA. Voleva prenderle il cellulare, perché – lo spacciatore di turno – credeva di essere stato fotografato dalla donna mentre vendeva la “pallina” di droga alle 10 del mattino in via Nazario Sauro, davanti a tutti, dopo l’appuntamento con il compratore arrivato in moto. Lei, la donna, 50enne abita nella zona, e stava fotografando i fiori del suo giardino davanti casa.

SCAMBIO DI DROGA

Peccato che davanti casa sua si sia svolto lo scambio di droga-soldi, innescando il caso: «Lo spaccio c’è ancora, certo è diminuito – spiega il marito – ma basta venire qui davanti casa per vedere che gli spacciatori ci sono ancora. Li conosciamo e così i consumatori ferraresi: quello che ha preso la “pallina” dallo spacciatore che ha aggredito la mia compagna lo riconosco dalla moto che ha, lo sento arrivare da rombo, così anche la mattina dell’aggressione».

Che è avvenuta venerdì mattina alle 10, davanti a testimoni, diversi vicini, e uno di questi in questura ha confermato di conoscere l’aggressore come uno spacciatore (abitava nel suo palazzo), confermando quanto detto dalla donna, finita in ospedale 7 giorni di prognosi. Che racconta così cosa le è successo: «Venerdì ero davanti casa mia e facevo foto dei fiori per poi farle vedere ad amici.

Ho visto da lontano un ragazzo di colore che si avvicinava e urlava: “Cosa fai? Tu fai foto a me? Fammi vedere le foto?”». Lo straniero ha cercato di strapparle il telefono dalla mano, lei lo ha appoggiato all’aiuola dentro casa, e ne è nata una colluttazione: «Mi ha spinta contro il muro, sbattendomi braccio e ginocchio contro la parete provocando escoriazioni. Tutto sotto gli occhi di miei vicini».

CHIAMO L’AVVOCATO

È intervenuto il compagno, uscito di casa a sua difesa, allontanando spintonando l’aggressore. Poi l’allarme alla Polizia: la pattuglia è arrivata, ha ascoltato la donna e trovato poco distante l’aggressore. «Noi lo conosciamo come spacciatore – chiude il compagno – : addirittura quando l’ho affrontato mi ha detto “attento io chiamo mio avvocato”. Anche se la situazione è migliorata, lo spaccio continua sotto le finestre di casa. E questi credono di poter fare ciò che vogliono».—

Daniele Predieri

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