Speranza e Cts danno l’ok al cocktail di vaccini: ma vengono smentiti dai bugiardini, non si può fare

Di Francesco CapoIl comitato tecnico scientifico, l’Agenzia italiana del farmaco e il Ministero della Salute hanno deciso: dopo la morte della diciottenne Camilla Canepa, la campagna vaccinale può proseguire con il mix di vaccini nelle persone sotto i sessant’anni. Il siero AstraZeneca o Vaxzevria, a vettore adenovirale, continuerà ad essere somministrato solo alle persone di età maggiore ai sessant’anni.
I più giovani che hanno fatto la prima dose di AstraZeneca potranno ricevere la seconda con un vaccino a mRNA, quello di Moderna o di Pfizer/Biontech.

Il dottor Fabio Ciciliano, membro del cts, ha assicurato che il mix di vaccini “non è una novità nel panorama delle profilassi delle malattie. È stato già impiegato per l’influenza e l’epatite B”. Secondo Ciciliano vi sarebbero studi clinici internazionali che dimostrano che la combinazione di somministrazioni di due sieri differenti è capace di indurre la produzione di anticorpi.
Di tutt’altro avviso il professor Giulio Tarro, che, ai microfoni di Byoblu, ha denunciato l’inesistenza di studi scientifici in grado di dire che ci sia una risposta immunologica dalla combinazione di vaccini a Rna messaggero con quelli a vettore adenovirale.

Anche i bugiardini di AstraZeneca e Pfizer negano che sia possibile la combinazione.
In quello di AstraZeneca/Vaxzevria, pubblicato dalla stessa Aifa con documento del 2 giugno 2021, è scritto che “se viene somministrata la prima iniezione di Vaxzevria, per completare il ciclo di vaccinazione anche la seconda iniezione dovrà essere con Vaxzevria”.
Allo stesso modo nel bugiardino del vaccino Pfizer/Biontech, pubblicato dall’EMA, (l’Agenzia Europea dei Medicinali), si legge che “non ci sono dati disponibili sull’intercambialità del vaccino Comirnaty (questo il nome del siero Pfizer, ndr) con altri vaccini Covid-19 per completare la vaccinazione”.

Non ci sono dati disponibili, significa che i dati li forniranno sul campo tutte le persone che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca e ora sono invitate a fare un vaccino che impiega una tecnica differente. Dinanzi a questa situazione le tante persone sotto i sessant’anni che hanno ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca cosa dovrebbero fare? Il consiglio principale del professor Tarro è di fare un esame sierologico per capire se la prima dose abbia già dato una buona risposta anticorpale.

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