Sapete a chi si affida Von Der Leyen nella lotta contro le fake news? Ad una Ong di George Soros

Di Michele CrudeliniLa lotta contro la presunta disinformazione online è ormai diventato uno dei cavalli di battaglia preferiti delle democrazie occidentali. E l’Unione europea sta in questo senso rafforzando un documento che intende disciplinare questa crociata: si tratta del Codice di condotta sulla disinformazione.

Il documento siglato dall’UE e dalle multinazionali del web

Un atto siglato oltre che dalla Commissione europea, anche dalle multinazionali del digitale: TwitterFacebookGoogleMozillaMicrosoft e Tik Tok. In sostanza con questo documento congiunto Unione europea e big tech hanno dato inizio dal 2018 alla caccia alle cosiddette fake news. E tale atto, nelle intenzioni delle istituzioni europee, dovrebbe essere rafforzato entro la fine del 2021 con il contributo della società civile. E a questo proposito è stata recentemente organizzata una conferenza proprio per stilare alcuni punti che dovranno essere integrati all’interno del nuovo Codice di condotta.

Chi decide che cos’è fake?

Secondo le dichiarazioni della vice Presidente della Commissione europeaVera Jourova, che ha partecipato alla conferenza, ci sono tre priorità per la lotta alla disinformazione.

Primo: combattere la disinformazione deve essere come combattere contro l’inquinamento dell’ambiente, nel nostro caso l’informazione ambientale. Secondo, richiede grande responsabilità da diversi soggetti. E terzo si tratta di un’azione senza confini.

Al netto di questi proclami trionfali e artefici retorici la domanda di fronte a questa ossessione nei confronti della disinformazione rimane sempre la stessa. Chi stabilisce che cosa è o non è disinformazione?

Il ruolo di Avaaz

E qua sembra cascare subito l’asino, perché la stessa conferenza per delineare la strategia sulla lotta alla disinformazione è stata allestita dall’Organizzazione non governativa Avaaz, che svolgerà anche il ruolo di consulente per la stesura delle modifiche al codice di condotta. Come spesso accade, organizzazioni della società civile che vengono vendute come neutrali e indipendenti, hanno in realtà assunto nel tempo chiare posizioni politiche. Avaaz era per esempio saltata agli onori della cronaca nel 2019, a ridosso delle elezioni europee, facendo chiudere 23 pagine e gruppi ritenuti propagatori di fake news. Tutte pagine però afferenti alla Lega e al Movimento 5 Stelle che in quel periodo erano alleati di Governo e in piena corsa per le elezioni europee.

La campagna elettorale di Avaaz alle ultime europee

E sempre durante quella tornata elettorale Avaaz pubblicava il seguente comunicato:

Questa è davvero un’emergenza: l’estrema destra potrebbe VINCERE le elezioni europee! Ma possiamo fermarli. Perché la verità è che se vinceranno, non sarà perché la maggioranza della popolazione li sostiene, ma perché molti di noi, alle europee, non votano.

Viene facile capire come possa essere rischioso affidarsi ad un’organizzazione così politicamente schierata per la lotta contro la disinformazione.

Sorge infatti più di un sospetto che Avaaz abbia l’interesse nel catalogare come fake news qualsiasi notizia proveniente da una certa parte politica portando così alla cancellazione di pagine, profili e gruppi,per mere ragioni elettorali come successo alle ultime elezioni europee. Interesse che potrebbe essere economico oltre che politico.

Il legame tra Avaaz e Soros

Perché Avaaz è stata co fondata dal gruppo progressista MoveOn.org che secondo il Washington Post aveva ricevuto finanziamenti per 1,6 milioni di dollari da George Soros e consorte. Gruppo che sembra essere stato pilotato proprio dallo speculatore ungherese per organizzare alcune proteste contro l’ex Presidente Trump.

Non sono quindi molto chiari i criteri utilizzati dalla Commissione europea per selezionare Avaaz come ONG di consulenza per stilare il codice di condotta sulla disinformazione. Resta il fatto che l’UE sembra aver affidato la lotta alle fake news nelle mani un’organizzazione decisamente politicizzata e collegata ad un individuo, Soros, che oltre ad aver polverizzato i risparmi dei cittadini italiani nella nota speculazione del 1992, ha un’agenda politica anti sovranista molto precisa.

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