Orban non si piega: “Ho combattuto il comunismo, ora difendo questa legge che protegge i bambini”

Di Eugenio Palazzini – Roma, 24 giu – Viktor Orban difende a spada tratta la nuova legge ungherese, presa di mira perché giudicata omofoba. Il premier magiaro precisa che le leggi approvate in Ungheria “non riguardano l’omosessualità”ma “la difesa dei diritti dei bambini e dei genitori”. Così Orban, prima del Consiglio europeo, risponde alla stampa che gli ha chiesto delucidazioni sulle leggi in questione.

Ho combattuto per la libertà sotto il comunismo in Ungheria” quando l’omosessualità era punita per legge. “Io sono un combattente per la libertà, ho difeso i diritti degli omosessuali”, afferma il primo ministro magiaro.

Orban: “La legge ungherese è fatta e funziona”

“E’ sempre meglio prima leggere e poi parlare – dice ancora Orban – le nostri leggi riguardano il modo in cui i genitori vogliono educare i figli” non i gay. E la norma ungherese sui contenuti destinati ai minori, tra l’altro, “non è nell’agenda” del Consiglio Europeo, fa notare Orban. In ogni caso “sono a disposizione di chiunque” voglia ulteriori chiarimenti. Posto però che “la legge è fatta e funziona”. Intanto sulla legge ungherese è arrivato il commento di Matteo Salvini. “Io la legge me la sono letta e credo che ogni stato possa decidere su cosa insegnare a scuola, non capisco intromissioni”, dice il leader della Lega.

Quale vergogna: botta e risposta

Proprio ieri la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyenaveva definito la legge ungherese “una vergogna”. Uscita non sfuggita al governo magiaro, che ha replicato con una nota, in cui si specifica che il commento della von der Leyen “si basa su accuse false” di “un’opinione politica faziosa”. Oltretutto espresso senza prima aver provveduto a “un’indagine imparziale”.

“Il disegno di legge ungherese di recente adozione – sostiene l’esecutivo di Budapest – tutela i diritti dei bambini, garantisce i diritti dei genitori e non si applica ai diritti di orientamento sessuale delle persone di età superiore ai 18 anni, quindi non contiene elementi discriminatori”. Per questa “una vergogna” è semmai “la dichiarazione della presidente della Commissione europea”, considerato inoltre che “il disegno di legge ungherese si basa sull’articolo 14, paragrafo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”.

Eugenio Palazzini

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