La lotta al razzismo non c’entra nulla: ecco il vero motivo per cui vogliono un’Italia in ginocchio e sottomessa

Di Valerio Benedetti – Roma, 25 giu – Stando a quanto sta filtrando sulla stampa, gli azzurri hanno deciso: al calcio di inizio della partita contro l’Austria, la Nazionale italiana non si metterà in ginocchio. Di più: stasera capitan Bonucci dovrebbe spiegare il motivo che ha portato a questa scelta. All’Italia era stata chiesta uniformità: o tutti in piedi o tutti in ginocchio; meglio evitare la confusione registrata nella gara contro il Galles. Insomma, pare che Enrico Letta e Claudio Marchisio – i talebani dell’«antirazzismo» pallonaro – dovranno mettersi il cuore in pace: non ci sarà alcuna sottomissione ai diktat del fanatismo di Black lives matter.

Sinistra in lutto

In attesa che la (lieta) notizia venga confermata, è comunque interessante andare a sondare gli umori di chi aveva fatto pressione affinché anche l’Italia si mettesse in ginocchio. Il commento più gustoso si può leggere su Repubblica, che ovviamente non ha preso bene la decisione degli azzurri. Nel suo fondo, infatti, il giornalista sportivo Fabrizio Bocca piange lacrime amare: «Da sempre in Italia il calcio ha paura di tutto, è profondamente democristiano, timoroso di giocarsi le simpatie di chissà quali tifosi, ha mille tabù. Ma si può pensarla diversamente su un tema del genere? Come si fa a negare un così piccolo briciolo di impegno?». Insomma, secondo Bocca, il calcio italiano sarebbe troppo poco engagé. Peggio: pretende pure di «pensarla diversamente» da chi ci vorrebbe tutti prostrati ai fanatici del black power e ai demolitori di statue. Quale impudenza!

Il calcio ostaggio del globalismo

Per capire quanto la sinistra globalista viva fuori dalla realtà, basta rileggere con attenzione questo passaggio del commento di Bocca: il calcio nostrano sarebbe «timoroso di giocarsi le simpatie di chissà quali tifosi». Come se fossero quattro gatti a non volere un’Italia in ginocchio. Peccato solo che le cose non stiano affatto così, e che anzi le proteste contro l’atto di sottomissione degli azzurri siano state numerosissime. Ma come si fa a spiegarlo al giornalista di Repubblica, uno che scrive: «Per un attimo ho sognato addirittura che inginocchiandosi gli azzurri porgessero anche le mani in avanti congiungendo i polsi e sottolineando così anche la disumana detenzione cui è sottoposto in Egitto Patrick Zaki». A questo punto, perché non mandiamo a giocare contro l’Austria direttamente la redazione di Repubblica? Così magari possono pure tingersi il viso di nero per invocare lo ius soli. Ah no, quello è blackface.

Perché non vogliamo un’Italia in ginocchio

Spiegare a Bocca e ai suoi sodali perché gli italiani non vogliono la propria Nazionale in ginocchio è probabilmente inutile, ma ci proviamo lo stesso. Cari fan di Blm, spiace dirvelo, ma voi non siete affatto «antirazzisti». Siete, semmai, «autorazzisti», che è cosa ben diversa. La vostra priorità non è difendere le «etnie oppresse», ma sottomettere la vostra, che odiate. Visceralmente. Inginocchiarsi, infatti, è un gesto degradante, che ferisce la nostra libertà e la nostra dignità. Chi ama la propria nazione non vorrebbe mai vedere il suo popolo costretto a umiliarsi. Perché la prostrazione è sempre indegna, anche per chi la pretende. Anzi, soprattutto per chi la pretende.

Valerio Benedetti 

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