Rovigo: sopravvive ad una bruttissima polmonite, ma non al vaccino Covid. 87enne muore 20 giorno dopo la 1° dose

Di Giannino Dian – Unanime cordoglio ha suscitato la scomparsa di Luigi Gigin Mantovani di 87 anni (ne avrebbe compiuto 88 il prossimo 20 luglio), avvenuta all’alba di lunedi all’ospedale Covid di Trecenta dopo una ventina di giorni di malattia, contratta una decina di giorni dopo aver effettuato la vaccinazione al centro vaccinale al Porto di Adria. Oggi, nella chiesa di San Francesco d’Assisi di Taglio di Po, alle 16, sarà celebrata la messa funebre: il feretro sarà portato in chiesa verso le 12, per dare la possibilità a tante persone, nel rispetto delle norme anti-virus, di rendere omaggio al defunto.

Due anni fa Luigi aveva vinto, con tenacia, dopo dodici giorni di terapia intensiva alla Casa di cura Madonna della salute di Porto Viro, una bruttissima polmonite, ed era tornato a svolgere le sue attività quotidiane in grande forma: purtroppo è stato sconfitto dall’epidemia in atto ed ha lasciato tutti nel dolore, a partire dai due figli Lauro e Sandro con le loro famiglie, per giungere ai sette nipoti e ai sette pronipoti e ai tanti amici.

LE PASSIONI

Gigin Mantovani, rimasto vedovo dalla moglie Lidia Moschini 10 anni fa era una persona, eccezionale, buona e generosa, che ha tanto voluto bene a Taglio di Po, uno stimato professionista-imprenditore, socio dell’Us Tagliolese da oltre cinquant’anni e presidente per due campionati: di prima Categoria nel 1969/70 con allenatore Vincenzo degli Agostini, torneo vinto, e di Promozione nel 1970//71 con allenatore Paolo Padoan. La sua grande passione, oltre al calcio, era la caccia. Da sempre affiliato alla Federcaccia dalla quale ha ricevuto la Medaglia d’oro per 60 licenze.

Memorabili le sue battute in diverse riserve italiane con tanti amici, tra i quali Nerino Finotti, Ildo Pizzoli, Tonino Moretto, Roberto Gennari, Gabriele Casadei e i fratelli Mario e Antonio Baccaglini, ma anche le trasferte in Ungheria e Jugoslavia per le quali organizzava un pullman con appassionati polesani, padovani e veneziani. Poi, col passare degli anni, il tiro al piattello. Il suo sogno, rimasto irrealizzato, era realizzare appunto un campo di tiro al piattello a Taglio di Po dove, in via del Giubileo aveva acquistato un terreno e l’attrezzatura necessaria.

IL LAVORO

Nel lavoro, Mantovani si era realizzato come imprenditore nel settore dell’auto. All’età di 19 anni, nel 1952, aveva aperto una officina meccanica a Donada ma, dopo tre anni si trasferì a Taglio di Po dove, ai servizi di riparazione e vendita, aggiunse quelli di autodemolizione e di gru. L’azienda crebbe in modo esponenziale tanto che gli spazi non erano più sufficienti. Allora, nel 2000, acquistò un terreno in via Garibaldi, a ridosso della Romea e lì trasferì la sua attività, leader nel settore industriale e commerciale. Nel tempo le due attività sono state assunte dai figli, sulla strada tracciata da papà Luigi.

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