Napoleone ha vissuto da eroe ed è morto da leggenda. Le sue gesta, che hanno mostrato al mondo intero il significato di grandeur, sono state eternizzate con l’inchiostro indelebile dell’ardimento omerico e hanno ispirato generazioni di statisti e strateghi, non soltanto in Francia.
Il politicamente corretto sta mettendo alla prova il processo di trasmissione della memoria di Napoleone, figlio legittimo di un’era costruita da grandi uomini e intrisa del sangue delle rivoluzioni e delle controrivoluzioni, ma non prevarrà: troppo grande è il suo mito, e ancora troppo presente è la sua ombra, oggi, a distanza di duecento anni dalla sua morte.
La forza dei numeri può esplicare ciò che le parole non potrebbero mai, o potrebbero soltanto in parte: Napoleone è il personaggio storico al quale sono stati dedicati più libri dall’Ottocento ad oggi, oltre 300mila, ovvero più di quanti siano stati mai scritti su Gesù, Maometto e Alessandro il Grande, i tre rivoluzionari più importanti nella storia dell’umanità.
Perché Napoleone è l’uomo che ha scritto un’intera epoca, svolgendo un ruolo unico nel determinare la direzione che avrebbero preso le storie e le identità di Europa, Russia, Stati Uniti, Asia e Africa, ed è colui che, per dirla alla Gauchon, ha ricordato al globo che “non c’è Francia senza grandeur”...Continua su Articolo Originale...
Commenti
Posta un commento