Gioco Pubblico Legale dimenticato: 12mila esercizi chiusi e 60mila Posti di Lavoro persi o a rischio

 

Continua il periodo di crisi legato al settore del gioco legale. “Sono ormai oltre trecento i giorni di chiusura degli esercizi fisici da inizio pandemia, con migliaia di posti di lavoro persi e aziende in ginocchio. Anche il buco erariale ha raggiunto cifre considerevoli, da miliardi di euro. Un comparto che prima del lockdown rappresentava la terza voce per entrate erariali in Italia con 11,5 miliardi di euro incassati dallo Stato nel 2019, adesso soffre terribilmente”, commenta Massimiliano Riverso analista di Gaminginsider.it.

Eppure, nonostante l’evidente importanza che il settore del gambling ha in Italia, il governo continua ad ignorare il tema della riapertura del gioco pubblico. Sale giochi, sale scommesse e Bingo non sono nemmeno stati citati dal Decreto Legge Covid che contiene le misure valide fino al 31 luglio. L’intero comparto è stato lasciato in un limbo di incertezza e indifferenza, il tutto mentre altri esercizi quali: cinema, teatri, palestre e piscine hanno una data certa sulla riapertura.

Ora la speranza per i lavoratori del gioco legale è che il governo, prepari un Dpcm apposito per consentire le riaperture. La situazione economica delle aziende è drammatica: 12.000 punti vendita chiusi, tutto l’indotto completamente fermo, oltre 60.000 lavoratori che rischiano di perdere per sempre il proprio impiego.

Inadeguati anche i ristori previsti per il settore, con migliaia di lavoratori da mesi senza cassa integrazione. “Ecco perché – continua Riverso di Gaming Insider – i dipendenti del comporto protestano ormai da tempo davanti a Montecitorio chiedendo di essere ascoltati e soprattutto aiutati”. La sommossa di migliaia di lavoratori a rischio ha messo alla luce del sole una situazione preoccupante, con gli esponenti della maggioranza in Parlamento che sono finalmente venuti a conoscenza della disparità di trattamento fin qui ricevuta dagli impiegati del gioco. E il vero problema è proprio questo: nessuno ha mai chiesto al Comitato Tecnico Scientifico di occuparsi del problema delle sale da gioco. Un contesto assurdo, che dimostra come in Italia si sia ancora troppo miopi nei confronti di alcune categorie a rischio...Continua su Articolo Originale...

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