Terremoto giudiziario per il PD in Toscana: ‘ndrangheta, indagati braccio destro di Giani e consigliere regionale PD

Di Alessandro Della Guglia – Roma, 16 apr – Terremoto politico in Toscana. Nell’inchiesta della Dda di Firenze su presunti reati ambientali sono finiti tra gli indagati diversi imprenditori ritenuti contigui alla ‘ndrangheta e alcune personalità istituzionali di spicco.

‘Ndrangheta in Toscana, i politici coinvolti

C’è pure Ledo Gori, capo gabinetto del presidente della Regione Eugenio Giani, accusato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. I carabinieri hanno perquisito gli uffici di Gori, oltre a quelli del direttore del settore Ambiente e Energia della Regione Toscana, Edo Bernini, indagato per abuso di ufficio. Tra gli indagati anche Andrea Pieroni, consigliere regionale del Pd, accusato di corruzione. Indagato pure il sindaco di Santa Croce sull’Arno (Pisa), Giulia Deidda, con l’accusa di corruzione, abuso di ufficio e associazione a delinquere in concorso con un gruppo di imprenditori.

Il braccio destro di Giani

Secondo l’accusa Ledo Gori si sarebbe reso disponibile a soddisfare le richieste del gruppo criminale in cambio dell’impegno da parte degli imprenditori di chiedere direttamente all’allora candidato presidente della Regione Eugenio Giani – estraneo alle indagini – e poi allo stesso presidente dem eletto, di confermarlo nel suo incarico come capo di gabinetto. I giudici ritengono che Gori avesse “incondizionata disponibilità ad assecondare i vertici” dell’Associazione dei Conciatori nella loro “attività criminosa” in materia ambientale.

I reati contestati e gli arresti

Nell’inchiesta, che dunque coinvolge politici e imprenditori di primo piano in Toscana, vengono contestati a vario titolo i reati di associazione a delinquere aggravata dall’agevolazione mafiosa, traffico illecito di rifiuti, inquinamento e impedimento del controllo da parte degli organi amministrativi e giudiziari. Elementi di vertice dell’Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno sono poi considerati il fulcro decisionale dell’apparato sotto indagine.

Ieri, l’operazione di carabinieri e Dda di Firenze ha portato all’arresto di 23 persone, stroncando così attività criminali riconducibili alla ‘ndrangheta infiltratasi in Toscana. Dal controllo dei lavori stradali, al traffico di cocaina, passando per lo smaltimento illecito di rifiuti tossici, è stato aperto un vaso di Pandora che mette in luce vergognose attività criminali. Tutti i reati contestati sono aggravati aggravati sia dall’agevolazione che dal metodo mafioso “in favore di potenti cosche di ‘ndrangheta”, tra cui i Gallace di Guardavalle (Catanzaro).

Infiltrazioni in tutta la regione Toscana: dal Mugello al distretto conciario di Santa Croce sull’Arno, dal Valdarno al porto di Livorno. Stando all’accusa, le ceneri di risulta dei rifiuti conciari denominati “Keu” e altamente inquinanti, sarebbero state miscelate con altri materiali e successivamente riutilizzate in attività edilizie. Anziché smaltirle come come rifiuti speciali, le utilizzavamo in aggiunta al cemento. Insomma la ‘ndrangheta ha messo le mani anche in Toscana, in particolare sullo smaltimento dei rifiuti, sui reati ambientali, sugli sversamenti degli scarti del comparto e sul traffico di droga.

Alessandro Della Guglia

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