Ristoranti Chiusi, tante Feste in Casa. È il nuovo Proibizionismo?

 

Che senso ha chiudere i locali quando poi ci sono i ritrovi privati tra amici e parenti senza distanziamento nè mascherine che dilagano? Il clima riporta a quello che si respirava nell'America degli anni '20 complice una politica farraginosa, confusa, spesso incompetente che è più autoritaria che autorevole

Èpraticamente più di un anno, tutto cominciò a marzo 2020, che il potere esecutivo mediante abusato ricorso ai Dpcm ha emarginato il potere legislativo, dando effetto di legge a norme emanate dalla Presidenza del Consiglio: il concitato imperio. E il celere ubbidir? Vanificato da una circostanza che per gli effetti che procura è nociva per le generazioni giovani soprattutto: non si ubbidisce.
L’autorevolezza langue, sbiadisce e poi scompare del tutto quando “il popolo”, quello dell’articolo 1 della Costituzione (La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione) intuisce e poi capisce, a fronte di inconfutabili dati di fatto, che le idee di quanti governano sono poche e... ben confuse. Come altrimenti spiegare, se non con la pochezza e la confusione, lo scenario che va prefigurandosi a partire dalla prossima settimana nell’ambito della ristorazione?
Andiamo indietro di un secolo. Terzo decennio dello scorso secolo, il proibizionismo negli Stati Uniti. Per un decennio circa fu vigente il divieto costituzionale, sulla produzione, importazione, trasporto e vendita di bevande alcoliche.
Vogliamo solo cogliere l’effetto collaterale di tale proibizione: il fiorire del contrabbando, le riunioni allegre e rumorose nelle case private per bere alcolici. Analogia per fortuna non precisamente calzante ma comunque funzionale a sufficienza per descrivere quanto sta accadendo nelle nostre case. Suvvia, non ci si riunisce tra amici e parenti? Non si fa la cenetta disinvoltamente fruendo della (benvenuta) delivery? E in quanti siamo? Manteniamo il metro di distanza e ci accomodiamo, poniamo di essere una dozzina, in tre tavoli da quattro? E nel portare i piatti a tavola, abbiamo la mascherina?

Aprire i ristoranti per avere più controllo della situazione

Plutarco diceva che ci si siede a tavola, non per mangiare ma per mangiare in compagnia. Questo diritto ci appartiene da sempre. L’emergenza può, si arriva a dire “deve”, straordinariamente impedircelo mediante mirata decretazione d’urgenza (il concitato imperio) ma non può commutarsi in comportamento aduso: sarebbe delittuoso.
E allora, ha senso, semina autorevolezza, impedire la riapertura delle sale interne dei ristoranti, con tavoli da quattro commensali, distanti due metri l’uno dall’altro (prima era un metro ma... melius abundare) e poi non potere (ma anche non dovere e non volere) impedire le riunioni domestiche con una dozzina di amici intorno al tavolo?
Ipocrisia allo stato puro!!!

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