Uno di quei sogni nel cassetto giovanili, che da adulto metti da parte per oggettiva incapacità e zero argomenti. Poi arriva il virus che cambia il corso della Storia e tu, proprio in quel momento e chissà come, ti ritrovi a ricoprire l’incarico di ministro della Salute del primo Paese dopo la Cina ad essere piagato dal Covid nel marzo del 2020.
E i vecchi sogni dello studentello della Luiss proveniente dalla Basilicata, quello che a occhio e croce nessuno invitava alle feste, bussano dal cassetto in cui erano riposti. Racconterò la pandemia e sarò il protagonista del mio stesso romanzo, cosa mai può andare storto? A occhio e croce, tutto.
Non potremo mai dire con certezza se sia andata effettivamente così, ma con certezza possiamo discutere dei contenuti del suo Perché guariremo – dai giorni più duri a una nuova idea di salute, uscito nel 2020 per Feltrinelli e ritirato a tempo di record dal commercio.
Dal punto di vista stilistico, si tratta di un libro piuttosto sciattarello, orfano di un robusto editing necessario a lenire la cortina fumosa degli slanci di vuota retorica tanto amata dai politici.
Speranza credeva di avere sconfitto il virus
Ma se dovessimo buttarla là per comprendere le vere motivazioni del ritiro dal commercio, direi che così, a occhio, potremmo puntare sulla convinzione che il ministro nutriva di aver sconfitto il virus e di aver imposto, a livello mondiale, un autentico modello Italia.
Lo scrive nero su bianco. E invece, come oggi sappiamo, il virus non è stato sconfitto e l’Italia — con i suoi morti, la sua sanità al collasso, il suo vecchio piano vaccinale-barzelletta, a base di primule e di ritardi strutturali, con la sua economia devastata — tutto è stata fuorché un esempio da seguire...Continua su Articolo Originale...
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