Coprifuoco alle 22, Salvini strappa: la Lega non vota il decreto in Cdm. Ora Draghi trema: “Precedente pericoloso”

Di Adolfo Spezzaferro – Roma, 22 apr – Strappo della Lega sul coprifuoco che resta alle 22, il partito di Salvini non vota il nuovo decreto in Cdm, irritazione dal premier Draghi, che non si aspettava l’astensione del Carroccio: “E’ un precedente grave”, dice. M5S e Pd all’attacco contro Salvini, giudicato “irresponsabile”. E’ la prima frattura nella maggioranza che appoggia l’esecutivo dell’ex presidente della Bce. La Lega che chiedeva di posticipare il coprifuoco alle 23 tiene il punto e manda un messaggio a governatori e base elettorale. Anche perché Salvini aveva lanciato un ultimatum: “Coprifuoco alle 23 o non votiamo il decreto”.

L’ultimatum della Lega: “Coprifuoco alle 23 o non votiamo il decreto”

Il leader della Lega ieri aveva avvisato il premier con un sms, spiegando che non poteva votare un decreto così punitivo per attività economiche e cittadini. Una mossa per forzare la mano su riaperture e coprifuoco posticipato, nonostante i giallofucsia fossero contrari a concedere ulteriori allentamenti delle restrizioni. Ma il messaggio non ha sortito l’effetto sperato: il premier ha mantenuto il punto. E la Lega è andata fino in fondo, astenendosi. Ma va detto che la richiesta della Lega era condivisa da Forza Italia, dai governatori di centrodestra (che sono la stragrande maggioranza) e tra le file di Italia Viva. Tuttavia Draghi ha voluto mantenere la linea del ministro della Salute Speranza: quella del rigore, della prudenza, del non riaprire.

Draghi: “Gli accordi si rispettano, avevamo un’intesa unanime, il decreto non si tocca”

Nella pre riunione con i capi delegazione della maggioranza, il premier respinge le richieste della Lega e decide che la bozza del decreto non si tocca, visto che il coprifuoco alle 22 è la conditio sine qua non di Speranza per concedere qualche riapertura. “Abbiamo deciso insieme – ribadisce Draghi -. Gli accordi si rispettano. Avevamo un’intesa unanime, altrimenti il metodo diventa inaccettabile. Abbiamo già fatto tanto, ci siamo assunti una responsabilità con queste misure. Se tocchiamo l’impianto, non troviamo più un punto di equilibrio. Si porta in Consiglio questo testo, senza modifiche“.

La Lega si astiene in Cdm e il premier sbotta: “Precedente grave, fatico a comprendere”

Dunque quando in Cdm, il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti annuncia che la Lega non voterà il decreto, Draghi va su tutte le furie: “È un precedente grave, fatico a comprendere. Le decisioni su coprifuoco e ristoranti le avevamo prese insieme”. Il ministro Franceschini coglie la palla al balzo per puntare il dito contro Salvini: “Non si è mai visto che su un decreto così importante una forza di maggioranza non partecipi al voto“.

Lega verso la rottura? Salvini rassicura: “Voteremo il prossimo decreto”

Il dato politico è che sebbene a chiedere maggiori allentamenti alle restrizioni fossero anche Forza Italia e Italia Viva, contrapposti dunque al blocco giallofucsia Pd-M5S-LeU, alla fine il partito di Berlusconi e quello di Renzi hanno votato il decreto, lasciando la Lega da sola a mettersi di traverso (incassando il plauso di FdI). Ora gli scenaristi cercano di leggere lo strappo di Salvini: è il primo passo verso la rottura, visto che FdI all’opposizione sale nei sondaggi e tallona la Lega? A sentire il leader del Carroccio, non ha alcuna intenzione di uscire dalla maggioranza. “Voteremo il prossimo decreto“, assicura. A patto che “insieme al piano vaccinale e alla tutela della salute prevedrà il ritorno alla vita e il ritorno al lavoro“, chiarisce il leader della Lega. Tuttavia ormai è evidente che è in atto un braccio di ferro tra le forze di governo e che Draghi non ha più garantita a prescindere quell’unità nazionale che ritiene il fulcro del suo esecutivo.

Adolfo Spezzaferro

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