AstraZeneca cambia nome ma gli italiani non lo vogliono: boom di rinunce in Sardegna, Sicilia, Puglia e Piemonte

Da Affari Italiani – L’emergenza Coronavirus in Italia continua senza sosta. I contagi aumentano, le varianti dilagano e le terapie intensive sono al collasso. Il numero di decessi giornaliero è drammatico. Ma nonostante tutto questo la gente continua ad avere paura del vaccino, di uno in particolare: Vaxzevria (ex AstraZeneca). La psicosi scattata – si legge sul Corriere della Sera – è il risultato della decisione dell’Ema che ha sostanzialmente dato linee guida blande, ammettendo il nesso tra trombosi e il siero anglo-svedese, seppur in forma rara.

Questo ha provocato un’ondata di rinunce tra i cittadini, creando un nuovo problema nella corsa alla vaccinazione, sempre più a ostacoli. Il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo rassicura, spiegando che l’obiettivo dei 500 mila vaccinati resta fermo a fine aprile, anche perché agli 8 milioni di dosi previste ad aprile dovrebbe aggiungersi una fornitura ulteriore del 15- 20 per cento. In molte Regioni – prosegue il Corriere – si verificano rinunce. In Lombardia si aprono le prenotazioni ai 70enni perché l’adesione della fascia tra i 75 e i 79enni è inferiore al previsto.

In Puglia si parla di picchi del 40 per cento di rinunce (FdI contesta il dato), in Sardegna del 50, in Piemonte del 20. La Sicilia avrebbe il record di rinunce, complice anche la morte di un’insegnante di 55 anni a Messina. Il presidente dell’Abruzzo Marsilio, intervistato da “Piazza pulita” su La 7: “Vaxzevria non lo vogliono, vanno convinti uno ad uno”. Protesta anche il governatore del Veneto Zaia: “Da noi pochi rifiuti, ma le dosi che abbiamo a disposizione sono poche, potenzialmente potremmo vaccinare ogni giorno molta più gente”.

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