Paolo Mieli fa a pezzi il PD: “Scippano i governi in Parlamento. Un trucchetto che dura da 30 anni. Sinistra ipocrita”

di Alberto Consoli – “Qua abbiamo un trucchetto: i governi si scippano in Parlamento”. Paolo Mieli, ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita, mette sotto accusa duramente il Pd e la sinistra. Sottolineando comunque il suo credo politico, l’editorialista e storico non mette la testa sotto la sabbia; e dà una lezioncina alla sinistra ipocrita e ai suoi giochetti-trucchetti parlamentari che vorrebbe perpetuare pur non avendo più largo consenso nel paese.  Punto primo: “Ripartiamo da capo: bisogna creare partiti e movimenti che si presentano alle elezioni e prendono un voto in più degli avversari. Entra questo concetto?”.

Mieli al Pd: “Un trucchetto che dura da trent’anni”

“Il governo Draghi – sottolinea  Mieli in un passaggio clou del suo intervento- è nato per evitare il voto. Perché da molti anni purtroppo la sinistra italiana quando si tratta di andare il voto dice che non è il momento. Perché c’è il rischio che vincano le destre. Quindi non si va al voto perché altrimenti vince Matteo Salvini”. Ancora peggio: “Poi non hai la maggioranza parlamentare, sei costretto a chiamare Mario Draghi. Poi ancora,  tratti chi ha chiamato Draghi, cioè il capo dello Stato, come il facilitatore di soluzioni non democratiche”. E’ troppo. E’ troppo per tutti, non solo per Mieli.

“Draghi ha più legittimazione di Conte”

Quindi il giochetto del Pd è fin troppo scoperto, Mieli lo smaschera. “Il trucco è visibile, è una trentina d’anni che si fa in questo modo: non è mai il momento di andare al voto. Non puoi scippare in Parlamento un voto altrui e fare come vuoi tu“. Duro, durissimo, Formigli rimane spiazzato e subito cambia argomento: il governo Draghi ha legittimazione democratica, si o no? Mieli risponde secco stende i “contiani”: “ha un grado di legittimazione democratica molto maggiore del governo Conte che lo precedeva: lo vota quasi tutto il Parlamento”.

Renzi? “Peggio di Hitler, ma…”

Poi va controcorrente, il clima in studio è anti-renziano ma Mieli prosegue il suo ragionamento sulle regole democratiche. Gli chiedono conto del comportamento dell’ex premier nell’”abbattimento” del goerno Conte e lui: “Matteo Renzi? Sarà stato peggio di Hitler, – ironizza- ma è legittimo che un partito tolga il consenso a un governo che lui ha creato”.

Mieli al Pd: “pensate che se la bevano tutti?”

A quel punto c’erano delle strade: “si poteva sentire il comitato tecnico scientifico e decidere per tornare al voto a giugno o settembre, quando ci sarebbero state le condizioni. Invece no- ribadisce Mieli-  al voto non si può andare: bisogna insistere con lo scippo parlamentare con dei tizi reclutati all’ultimo momento“.  Vi ricordate i Ciampolillo e il mercato delle vacche? Ecco, conclude: “Io sono un elettore di quel campo, ma fino a quando potremo andare avanti così? Pensate che se la bevano tutti?”.

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