La macchina di Anticitera: è come trovare un jet sepolto in una piramide

A quando risale il primo computer? Se includiamo quelli analogici, forse dovremmo rispondere che risale a circa duemila anni fa. 

C’è infatti un reperto archeologico di provenienza indiscussa che è a tutti gli effetti un calcolatore astronomico portatile risalente a due millenni fa. È noto come la macchina di Anticitera, dal nome dell’isola greca presso la quale fu trovata nel 1900 fra i resti sommersi di un relitto.

L’archeologo che lo esamina, Valerios Stais, si accorge che si tratta di un meccanismo complesso fortemente incrostato, incompleto, corroso e danneggiato, ma chiaramente composto da una serie di ruote dentate ricoperte di iscrizioni. Già questo è notevole: immaginare gli antichi greci che fabbricano ingranaggi sovverte moltissimi luoghi comuni sulla competenza tecnologica nell’antichità.

L’oggetto rimane trascurato in un museo per cinquant’anni, fino a che il professor Derek de Solla Price lo studia e, nel corso di vent’anni di ricerca, riesce a decifrarne il funzionamento: è un calcolatore meccanico per il calendario solare e lunare, capace di prevedere le eclissi e le fasi lunari.

Per chi sospetta che si tratti di un artefatto alieno o di un meccanismo proveniente da un’epoca successiva: no. La macchina di Anticitera descrive soltanto i cinque pianeti visibili a occhio nudo e conosciuti all’epoca, è fatta di un metallo assolutamente normale e facilmente lavorabile (bronzo), e la letteratura dell’epoca descrive questi meccanismi (ne parla anche Cicerone), per cui si integra nelle conoscenze storiche assodate. Ma lo shock di vedere che gli antichi greci avevano dei calcolatori astronomici portatili resta notevole.

Questo capolavoro di meccanica di precisione è stato esaminato ulteriormente e pochi giorni fa è stato pubblicato un nuovo lavoro scientifico dell‘University College di Londra (UCL) che tenta di ricostruirne la parte frontale, rimasta irrisolta dagli studi precedenti che avevano decifrato il funzionamento della parte posteriore.

Queste due illustrazioni, tratte dal lavoro dell’UCL, mostrano parte del meccanismo interno ricostruito e il frontale (stavo per scrivere display) e sono un assaggio dell’affascinante complessità di quest’oggetto che ha due millenni sulle spalle.



 

 


 

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