Il pagliaccio Grillo astronauta e Giuseppi il capo: l’ultima ridicola farsa del M5S che sprofonda nei sondaggi (video)

 – Il Movimento 5 Stelle si prepara nuovamente a cambiare pelle. Una nuova fase storica è alle porte e per questo i big hanno ritenuto necessario un vertice d’urgenza per dettare le mosse future e trovare un punto di sintesi comune. Il vertice si sarebbe dovuto tenere a Marina di Bibbona nella villa di Beppe Grillo, ma alla fine è stato convocato all’hotel Forum di Roma dove il co-fondatore si reca nei suoi soggiorni nella Capitale. Il comico genovese, infuriato per la fuga di notizie, ha fatto il suo ingresso nella struttura con la testa coperta da un casco che ricordava quello di un palombaro, di un astronauta. L’ultima pagliacciata di uno schieramento ormai allo sbando totale – tra spaccature, espulsioni polemizzate, addii di peso e sondaggi choc – che cerca di appigliarsi a Giuseppe Conte come l’ultima spiaggia per evitare la debacle e il fallimento definitivo nella scena politica.

Conte pronto a entrare

Una situazione escandescente che lo stato maggiore starebbe pensando di risolvere – o comunque di limitare – grazie all’ingresso dell’ex presidente del Consiglio. L’intenzione sarebbe quella di conferirgli un ruolo come unico capo unico, magari affiancandogli uno o due vice per non centralizzare eccessivamente il potere interno. Ma anche su questo fronte emergono profonde divisioni: c’è chi fa notare che la base del Movimento 5 Stelle si è da poco espressa su Rousseau votando la modifica dello Statuto e promuovendo una “governance” a cinque al posto del capo politico. Il compromesso potrebbe vedere il comitato direttivo essere trasformato in una sorta di segreteria politica per fare da spalla all’ex premier.

Adesso si apre il fronte di una possibile modifica statutaria e dell’eventuale via libera degli iscritti tramite Rousseau. Fonti del M5S vicine a Conte fanno sapere che Giuseppi ha raccolto l’invito a elaborare nei prossimi giorni un progetto rifondativo con il Movimento 5 Stelle: “Una sfida cruciale per il Movimento, una ristrutturazione integrale per trasformarlo in una forza politica sempre più aperta alla società civile, capace di diventare punto centrale di riferimento nell’attuale quadro politico e di avere un ruolo determinante da qui al 2050“. D’altronde lo stesso Conte nel suo ultimo giorno a Palazzo Chigi, attraverso un triste show con tanto di tavolino e assembramenti, si era proposto come guida di una coalizione di centrosinistra.

Il M5S in frantumi

I pentastellati guardano addirittura al 2050, ma farebbero bene a non fare chissà quali castelli e a concentrarsi sull’esplosiva situazione che sta mandando in frantumi il gruppo nel palazzo. Di questo passo, infatti, rischiano di rimanere solamente i governisti a oltranza: le espulsioni (contestate) sono state moltissime, per non parlare dell’addio di peso di Alessandro Di Battista. L’ex attivista grillino potrebbe “portare fuori” diversi malpancisti, ormai stufi delle infinite giravolte del Movimento e delle decisioni che vengono prese “dall’alto, dai soliti noti“. Il rischio emorragia è davvero concreto e non mancano minacce di altre fughe se il governo Draghi non dovesse confermare le storiche battaglie dei 5 Stelle. Sarebbe la mazzata micidiale che manderebbe in tilt totale il mondo giallo.

Quei sondaggi choc

L’elettorato grillino ormai è sgretolato, ridotto ai minimi termini. Gli ultimi sondaggi parlano chiaro: il Movimento 5 Stelle continua a perdere consensi e scivola fino a un pessimo 13,2%. Un guaio solo per i pentastellati? Non proprio. Stando alla rilevazione di Tecnè effettuata il 26 febbraio, la coalizione formata anche da Partito democratico e Liberi e uguali si fermerebbe a un misero 35,4%, mentre il centrodestra di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia sfonderebbe il muro del 50% e si attesterebbe al 51,8%. Numeri che spaventano e non poco Conte, che da capo dei 5S dovrebbe riuscire nell’impresa di invertire la rotta del quadro politico e puntare al ritorno a Palazzo Chigi. Un’impresa la cui fattibilità sfiora quota 0, considerando lo smottamento nel Movimento e i bisticci con gli alleati che potrebbero consumarsi già nei prossimi mesi in occasione delle elezioni Amministrative.

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